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LABIRINTO DI AMORE E MENZOGNA
“La verità sul caso Harry Quebert”, settecento pagine tutte d’ un fiato. Così si legge il ”thriller” di Dicker. Impossibile abbandonarlo, una scrittura rapida ed agile che si districa nella matassa di eventi che si intrecciano ad Aurora, cittadina in cui è ambientato gran parte del libro. Descrizioni brevi e sporadiche cedono completamente il passo al turbinio di eventi di cui sono impregnate le pagine.
Una buona scrittura ma non eccelsa, se pensate di trovare quì l’ erede di Ellroy sbagliate di grosso. Non brilla certamente per forma letteraria, prosa aulica o discorsi diretti memorabili. E’ un thriller moderno, originale e molto ben congegnato che si dipana su due archi temporali distanti trent’ anni ma indissolubilmente legati sia dalla trama che dalla scrittura stessa che li accosta sempre.
I colpi di scena costanti ma sempre credibili sembrano un marchio di fabbrica di Dicker, sempre sull’ orlo dell’ esagerazione e della coincidenza. Baratri nei quali però non cade mai (qui la sua bravura).
Abile ingannatore, non con le parole ma con i fatti sa giocare a suo piacimento per farli coincidere senza scadere mai nell’ incredibile. Ogni evento, una volta descritto ed analizzato, sembra diventare naturale conseguenza del precedente ed in ovvia attesa del seguente che verrà però immancabilmente smentito dall’ ennesimo capitombolo della trama. Ed il lettore, immerso totalmente nelle vicende si troverà a divorare pagine su pagine senza accorgersene, immerso in questa storia torbida, di amore e di odio, di amore che scatena tutto l’ odio possibile. Di un amore impossibile e di una storia che fa dei protagonisti tutti colpevoli. Marionette in balia del proprio autore ed in balia delle proprie menzogne.
Grande merito del giovane autore è quello di sapere confondere finzione e realtà. Marcus il protagonista, alter ego di Harry Quebert, alter ego dell’ autore stesso si confondono nei meandri delle pagine a creare un’ aura di mistero ancor più fitta. Come se scoprire la verità nella finzione portasse a galla le finte verità della realtà.
Dicker, scrittore dal futuro certamente roseo, è il burattinaio e contemporaneamente il personaggio mai citato in questo libro.
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