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UNA REALTà CRUDELE
Natsuo Kirino è a mio parere una tra le più geniali scrittrici giapponesi contemporanee e questo suo libro non fa altro che confermare la mia opinione.
Una storia crudele mi ha presa a tal punto che l'ho divorato in soli 4 giorni durante le mie vacanze estive ed il finale mi ha lasciato particolarmente perplessa perchè è una storia nella storia molto ambigua.
Keiko viene rapita all'età di 10 anni da una specie di psicopatico di nome Kenji e nel tempo presente, circa vent'anni dopo, la storia è ancora nebulosa perchè Keiko non ha mai voluto raccontare la verità di quel che successe alla polizia o alla sua famiglia. Ciò che sappiamo è che il fatto ha sicuramente sconvolto la vita della ragazza. Ma in che modo?
Veniamo a sapere i dettagli del rapimento e della segregazione della protagonista tramite un manoscritto di quest'ultima lasciato nel suo pc e consegnato al suo editore dal marito, che ammette che sua moglie Keiko è scomparsa.
Leggendo le confessioni di Keiko veniamo a sapere del rapimento, della segregazione di oltre un anno e della fuga e di tutto quello successo dopo. La storia man mano che prosegue nella sua morbosità e drammaticità si fa sempre più carica di una tensione di sottofondo che sfocia con le rivelazioni sconvolgenti sulla "vera" verità nelle ultime pagine. Un continuo susseguirsi di affermazioni poi sormontate da altre rende nebulosa la storia di Keiko e Kenji e il suo vicino di stanza Yatabe.
Mi sono chiesta più volte se la verità finale è la realtà dei fatti o se è una sorta di provocazione da parte della protagonista/scrittrice e questo dubbio mi è rimasto.
Un romanzo scritto magistralmente che ci consegna la società moderna distorta così com'è.