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La cattedrale di Kingsbridge
Dopo che colleghi, parenti ed amici me lo hanno consigliato per anni, anche per me è arrivato il momento di leggere “I pilastri della Terra” di Ken Follett.
Il romanzo si apre nel 1123 in Inghilterra, quando un uomo viene impiccato con l'accusa di essere un ladro. Tutti di solito sono soddisfatti di assistere all'impiccagione di chi ruba, ma stavolta è diverso: anche gli spettatori della macabra esecuzione si rendono conto che qualcosa non quadra.
Una ragazza molto particolare si fa notare tra la folla, uccide un gallo e lancia una tremenda maledizione contro il frate, il prete e il cavaliere responsabili dell'uccisione ingiusta del giovane.
Quello che viene considerato il capolavoro di Ken Follett, pubblicato nell'ormai lontano 1989, inizia in questo modo.
In seguito la vicenda abbraccia circa cinquant'anni di storia inglese e si conclude nell'anno dell'uccisione di Thomas Becket, nel 1170. La spiegazione di ciò che viene tenuto in sospeso nel Prologo raggiunge noi lettori soltanto verso la conclusione del romanzo, ma capiremo ben presto che non è certo il fulcro del testo.
Conosceremo molti personaggi: Tom il costruttore, il priore Philip, Ellen, Aliena, Jack, il perfido William Hamleigh... E ci accorgeremo che nessuno di essi è il protagonista della storia narrata, e, nello stesso tempo, lo sono tutti in piccola parte: la dimensione del romanzo è infatti epica. Molti personaggi, storie di persone povere e ricche, laici e religiosi, maschi e femmine, combattenti e pacifici artigiani ruotano attorno al vero centro del romanzo: la costruzione della cattedrale di Kingsbridge. Il nucleo della narrazione, ciò che tiene unite saldamente le fila della trama, che si snoda insieme con la storia reale di quegli anni, è la costruzione di questa immaginaria cattedrale nel sud dell'Inghilterra: dalla progettazione alla realizzazione.
Personalmente ho molto apprezzato la ricostruzione storica: precisa, puntuale e accurata di Follett. Pur essendo un libro pensato per il grande pubblico e scritto per catturare l'attenzione del lettore continuamente (a volte con trovate non esattamente realistiche) è un romanzo storico meraviglioso. Ci permette di comprendere veramente come si viveva nel Medioevo: dormire su un pavimento ricoperto di paglia, condividere l'unica stanza con tutti gli altri familiari, doversi veramente difendere con le proprie mani da abusi e violenze, molto più diffuse che ai giorni nostri. Follett ci trasporta in un mondo diverso, tuttavia governato dalle stesse passioni e sentimenti di quello attuale.
Posso affermare quindi che complessivamente è un'ottima lettura e che, secondo il mio modesto parere, ha sicuramente meritato il successo che ha avuto e che continua ad avere.
Ciò che invece mi ha convinta meno sono state tutte le dettagliate e a volte un po' troppo lunghe descrizioni architettoniche particolareggiate della costruzione della cattedrale, che, per i non addetti ai lavori o appassionati, tendono ad essere un po' troppo noiose. E la dimensione epica del romanzo. Mi ha coinvolta fino ad un certo punto, poi ne sono stata letteralmente sommersa e ho pensato: “Ancora?” Non mi fraintendete, non parlo del numero delle pagine: inoltre la storia scorre, si passa da un'avventura all'altra, da un amore all'altro, da un inganno all'altro... Fin troppo per il mio gusto personale. Ad un certo punto stentavo a capire quale fosse il protagonista, quale fosse il filone principale degli avvenimenti, dove si voleva arrivare come conclusione... Ovviamente queste sono domande sbagliate, perché la protagonista è la cattedrale di Kingsbridge e la narrazione si snoda sulla base della sua costruzione. Intorno ad essa Follett ha saputo creare dei mondi, confinandoli nel sud dell'Inghilterra, tra il 1123 e il 1170.
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Federica
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