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Il bambino di fuoco
Non credo che riuscirò mai a capire perché i titoli dei libri stranieri vengano tradotti in modo così approssimativo: è il caso anche di questo romanzo di Tremayne, il cui titolo originale, The Fire Child, viene banalmente (e inspiegabilmente) tradotto con Il bambino bugiardo, inducendo il lettore a pensare che avremo a che fare con un ragazzino che racconta bugie, cosa che non corrisponde del tutto a quanto narrato.
Avevo letto con piacere (e, lo ammetto, con qualche brivido), il romanzo di esordio di Tremayne, La gemella silenziosa, apprezzando la tensione creata dall'atmosfera al limite del sovrannaturale, nonché la trama ben congegnata.
In questa nuova opera dell'autore ritroviamo molti degli elementi del precedente libro, ovvero la natura selvaggia e indomabile di alcuni territori della Gran Bretagna (in questo caso la Cornovaglia), bambini bellissimi e inquietanti, atmosfere gotiche e popolate di fantasmi più o meno reali.
Lo stile si conferma gradevole e capace di suscitare qualche brivido, ma sembra che con questo romanzo Tremayne abbia cercato di bissare il successo del primo riproponendo la stessa miscela di ingredienti. Il risultato è un libro che, se si ha letto La gemella silenziosa, può sembrare una copia non del tutto riuscita del precedente.
In sintesi, Il bambino di fuoco è abbastanza piacevole e si legge rapidamente, ma ha qualche problema nella trama, che a tratti appare davvero improbabile e raffazzonata.
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