Dettagli Recensione
“E' giunto il tempo di accendere le stelle”
Pedoni, alfieri e regine. Nel mondo che Musso ci propone in questo suo ultimo romanzo, siamo tutti pezzi di una scacchiera, che si muovono incessantemente interpretando i giochi ideati da un beffardo destino. Incontri, sventure, occasioni o rivelazioni, non si può sapere cosa potrà riservarci la prossima mossa, ma una cosa è certa, sarà tanto imprevedibile quanto sconvolgente.
A cambiare per sempre le esistenze di Gaspard e Madeline è un banale disguido, un incantevole appartamento di Parigi affittato a entrambi per errore. Lui è un tenebroso drammaturgo di successo, che vive da tempo fuori dalla società, fiero della propria solitudine e lontano da tutto ciò che detesta: le persone, la tecnologia, i sentimenti, la speranza. Madeline è una ex-poliziotta, bella, combattiva e ottimista, alle prese con un momento oscuro della vita, quello dei primi bilanci: un fiume di insoddisfazioni, delusioni e rancori ha fatto saltare dighe ed equilibri, travolgendola.
Potrebbe essere l’inizio di una commedia romantica, ma nei romanzi di Musso niente è come sembra. E’ infatti l’appartamento a rivelare ai due personaggi e a noi lettori una nuova storia. La vita del famosissimo pittore Sean Lorenz, ex proprietario della casa. La tragedia del suo figlioletto Julian, rapito e assassinato all’età di due anni. Lo spezzarsi di una famiglia, di un uomo, di un artista che non ha più saputo prendere in mano un pennello. Ma quella casa nasconde anche un enigma. Forse Sean aveva iniziato nuovamente a dipingere, e forse dietro quelle opere scomparse si cela un’altra, terrificante storia. Ecco che Madeline e Gaspard si ritrovano così coinvolti in un’intrigante caccia al tesoro dal ritmo serratissimo e dagli incastri ben congegnati, per portare alla luce una misteriosa e agghiacciante verità in cui irrazionalmente sperano di ritrovare anche una parte di loro stessi.
Confrontando questo thriller con gli ultimi due pubblicati, “Central Park” e “La ragazza di Brooklyn”, mi pare di riconoscere la volontà dell’autore di allontanarsi sempre più dal confine del fantastico e di semplificare i caleidoscopici intrecci cui ci ha abituato, per concentrarsi invece sulle atmosfere e sull’approfondimento umano e psicologico dei personaggi. La narrazione si arricchisce così di dettagli pittorici, in cui spiccano i colori madreperlacei e minerali delle magnetiche opere di Lorenz, che emergono dalle righe con grande vividezza. E di temi cari all’autore come l’infanzia e la genitorialità. Madeline e Gaspard inseguono le tracce di un bambino morto, ma anche dei bambini che sono stati, dei figli che non hanno avuto, tra affetti perduti e amori sprecati. Per cercare una possibile salvezza.
Sebbene l’intento e la direzione siano del tutto apprezzabili, all’elaborato manca forse un po’ di quella fluidità narrativa che da sempre caratterizza le opere di quest’autore, mostrando un certo appesantimento, soprattutto nella parte iniziale. Ciò nonostante, un buon thriller in cui ancora una volta Musso si conferma abile nel raccontare una storia in cui si stratificano i dolori, i sentimenti, le possibilità della vita.
Indicazioni utili
Commenti
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
Ordina
|
Grazie per il commento. Ciao.
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |