Dettagli Recensione
Gli eterni "se"...
E’ un thriller che ha ritmi alterni. Inizia in modo molto promettente offrendo lo scenario di un padre che non si è ancora dato pace per la scomparsa del figlio e che sente addosso a sé tutto il peso della colpa di essere stato, proprio in quei momenti, in un posto dove non doveva essere. Poi il libro si perde, si sfilaccia, offre scenari diversi, la pedofilia, dei vicini di casa, i sospetti sul padre stesso, ti confonde, ma in modo molto dispersivo, tanto da disorientarti più che incuriosirti. Per poi ritrovare notevole ritmo verso la fine, quanto tante tessere del puzzle si ricompongono e si scopre la verità. Quello che rimane addosso è purtroppo però la parte centrale e quindi la parte, a mio avviso, meno bella. Oltre ad una delle migliori definizioni del senso di colpa che abbia mai sentito, ovvero “il dolore per il peccato che strazia dall’interno il cuore colpevole”.