Dettagli Recensione
Mi aspettavo chissà cosa
La donna della cabina numero 10 è il nuovo thriller di Ruth Ware, conosciuta in Italia per il libro L'Invito. Ho deciso di iniziare da questo perché mi piacciono i thriller ma soprattutto ad ambientazione in luoghi circoscritti. La storia è raccontata in prima persona dal punto di vista di Lo, una giornalista che si occupa di viaggi. Dopo aver subito un furto in casa, decide di accettare un incarico sull'Aurora, un'imbarcazione lussuosa al suo primo viaggio. Durante la traversata, però, accade qualcosa di strano, Lo assiste all'omicidio di una donna ma sembra l'unica ad averla vista. Lo pur apparendo forte nelle parti finali, per quasi tutto il romanzo è un personaggio debole, lamentoso e insicuro. Ci sono decisamente troppi drammi: subisce un furto con lei in casa, soffre di attacchi di panico, ha bisogno di predere medicinali per la forte ansia che cura da dopo l'università, tende a bere alcolici mischiandoli alle medicine e per finire assiste ad un omicidio e nessuno le crede. Ho trovato davvero difficile mettermi nei suoi panni. Inizialmente il romanzo è scorrevole e coinvolgente perché l'idea generale aveva del potenziale ma poi l'autrice comincia a perdersi in dettagli di cui e situazioni di cui si potrebbe fare a meno. I possibili sospettati non si arriva a conoscerli meglio. Durante la narrazione degli eventi l'autrice aggiunge email, articoli di giornali, chat, estratti tratti da forum senza far aumentare in alcun modo la suspense. Inoltre la soluzione stessa del mistero lascia la sensazione di "già visto" e s'intuisce molto prima che ci arrivi la protagonista del libro. E non ho capito il motivo della mancanza di confronto tra la protagonista e l'assassino. L'espediente del gruppo di persone confinate in un luogo dove avviene un omicidio ricorda Agatha Christie ma in questo caso poteva essere sfruttato meglio. Da quest'autrice mi aspettavo di più dopo tutta la pubblicità che ne era stata fatta