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Nell'ordine delle cose
Il povero signor Falcone è uno straniero nella campagna francese, ancora parla l’italiano con il fratello che, come lui, è riuscito a farsi strada nella vita nonostante le difficoltà legate all’origine e alla nascita. Tony, il protagonista ha messo su famiglia, ha lasciato il suo primo lavoro e si è messo in proprio, possiede una casa di proprietà e sta ora estendendo il suo raggio di affari nella provincia. Il fratello possiede invece un albergo, è sposato anche lui e, come possono, stanno entrambi vicini al padre che vive una tragica vedovanza e preferisce vivere isolato nel suo dolore. Tutto sarebbe nell’ordine delle cose se alla base di questi rapporti interpersonali ma soprattutto alla base del vincolo matrimoniale non ci fosse quel disturbante senso di tranquillità, quella accomodante sicurezza che un piccolo uomo cerca quando va a maritarsi: una moglie in casa, una cucina linda e perfetta, una mamma per i propri figli. E l’amore? Forse c’è anche quello ma non è animato dalla passione, tutto fluisce per un naturale succedersi degli eventi, ci si sposa, si hanno dei figli, si fanno dei sacrifici, si va in vacanza se è possibile, si pensa alla vecchiaia che trascorrerà serena, sistemata la prole. Ma gli uomini nella sicurezza ricercata ci stanno stretti, è uso avere qualche scappatella, tutti hanno delle amanti, occasionali al più, non tali da minare l’ordine delle cose, oserei dire che esse stesse, le fugaci amanti, rappresentano l’ordine delle cose, quello che è stato e sempre sarà. Ma per Tony no, sì lui è tale e quale agli altri, fin quando sulla sua strada non si frappone una sua ex compagna di classe che lui non ha mai considerato interessante, è maritata con un uomo ricco ma seriamente malato e segnato da un verdetto di probabile morte prematura, non hanno figli e gravitano all’ombra della madre di lui. Quando Andrée incontra Tony una sera per la strada lo fa suo e da allora al segnale convenuto si incontrano nella camera azzurra dell’albergo del fratello di Tony, nessuno sospetta, alte le precauzioni, solo i parenti di Tony sanno ma sono accondiscendenti. La narrazione si avvia proprio nella famosa camera dopo un amplesso focoso, il dialogo è uno scambio di brevi battute, Tony risponde distratto alle domande dell’amante e ora in carcere quelle poche parole scandiscono il suo tempo insieme alla serrate domande del magistrato...
Ottimo romanzo dal ritmo serrato, come sempre generatore di dubbi esistenziali, si legge in poco tempo semplicemente perché è ottimamente orchestrato, non si tratta qui tanto di chiedersi quali sono i capi di accusa , pazientante fino alle ultime pagine, è a mio parere molto più inquietante scoprire come una vita tranquilla possa essere miseramente distrutta dalla volontà e dalla tenacia di una sorta di mantide religiosa per riflettere poi su come sia facile annientare un essere umano o forse più di uno...
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Comunque libro eccellente.
Richiama alla mia mente un po' le atmosfere del caso Kees Popinga
ne "L'uomo che guardava passare i treni", possibile un parallelo?
Bellissima la tua presentazione comunque Laura,
cerco di non perdermene una perchè cogli sempre aspetti interessanti.
E comunque al "povero" signor Falcone, che non si è curato troppo di giocare con i sentimenti degli altri, ben gli sta ciò che gli è capitato... L'unica che non c'entrava niente e che fa pure pena è la povera (lei per davvero) Giséle! :)
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Elena