Dettagli Recensione
King "plagia" Stocker
Coloro che, come me, hanno scoperto il genere horror-letterario, e soprattutto la dimensione inquietante e suggestiva nata dalla geniale penna di King, grazie appunto all'autore in questione, sicuramente rimangono amareggiati e confusi quelle volte, per fortuna rare, che si ritrovano a leggere un suo romanzo che non corrisponde alle aspettative.
Per la mia personale esperienza il caso lampante è stato "le notti di Salem": anzitutto mi aspettavo tutt'altra tematica trattata, ma questo non è un difetto, non è la caratteristica che mi ha fatto perdere l'entusiasmo, se appaga, un romanzo può parlare di qualsiasi argomento.
Ma se proprio King voleva omaggiare "Dracula", poteva farlo senza riproporre le classiche e trite dinamiche vampiresche, caratterizzate dall'allergia che provocano nelle note creature della notte, l'aglio, i paletti di legno, gli amuleti vari, e i rituali cristiani, per questo l'ho trovato un libro estremamente ingenuo, addirittura banale, e non soltanto a causa della storia raccontata, che appunto riprende senza inventiva e priva di suspense il mondo stra-abusato dei non morti succhia sangue, ma anche dal punto di vista narrativo: l'empatia coi personaggi viene a mancare, i fatti, soprattutto quelli salienti, vengono descritti superficialmente, come nella prima opera di un "neofita".
Bizzarramente ho apprezzato la parte finale, durante la quale il romanzo vira e cambia prospettiva, abbandonando il villain protagonista e focalizzandosi su un'altro male, peggiore, mostruoso, e lo fa adottando un'altro tipo di prosa, un'inversione interessante, ma che tralascia i punti interrogativi venutisi a creare durante la lettura.
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