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Un'isola misteriosa e affascinante
Michel Bussi dopo aver ottenuto un ottimo consenso di pubblico con Ninfee nere, romanzo fascinoso colmo della pittura di Monet, ora ci presenta Non lasciare la mia mano, una storia ricca di colpi di scena, ambientata nel Dipartimento d'Oltremare, che la Francia ancora possiede in mezzo all'Oceano Indiano, l'Isola della Rèunion, di cui ci viene fornita una mappa dettagliata ed un esergo, "è pericoloso far risorgere il passato". Due elementi che esprimono molto bene la trama che questo scrittore ha inventato per questo giallo mozzafiato, soprattutto nell'epico, lungo finale.
La vicenda inizia il 29 maggio del 2013, Venerdì prima di Pasqua, in un lussuoso albergo, di cui sono ospiti vari turisti francesi: la coppia Martial e Liane Belliou, la loro bimba di sei anni Sofia, l'avvocato Jacques Jourdain e sua moglie Margaux. Alle quattro pomeridiane Martial prega gli amici di guardare la piccola che sta giocando in piscina, mentre lui sale in camera a cercare la moglie, che non scende. L'uomo bussa, ma la moglie non risponde ; allora si fa aprire da un inserviente e trova la camera a soqquadro con macchie di sangue. Si rivolge allora alla Gendarmerie, a capo della quale c'è una giovane donna creola, nativa dell'isola, ma molto ambiziosa, Aja Purvi, e con lei collabora il grosso e simpatico Christos, non giovanissimo, innamorato di una donna di colore, Imelda, mamma di cinque monelli. La storia si infittisce, e dopo l'omicidio di un innocente vecchio nativo, si scopre che Martial è scomparso con la piccola bambina. Inizia una serrata caccia all'uomo, su di un'isola non troppo estesa, che però riesce a sfuggire agli inseguitori disseminando cadaveri al suo passaggio.
Ambiente da sogno che si trasforma in un incubo. Una trama intrigante e scorrevole, scritta in tono leggero che cela un piccolo fatto rosa, malgrado i fatti narrati. Personaggi credibili, con i loro piccoli e grandi difetti, che in qualche modo devono convivere con lontani fantasmi, e inquirenti isolani che sanno compiere il loro lavoro. L'isola è il teatro di una perfida, folle e sconvolgente macchinazione. La verità è da cercare altrove, e continui colpi di scena scandiscono un inseguimento mozzafiato sulle tracce di un uomo solo con una bimba piccola. L'autore rivolge sempre una particolare attenzione allo scenario e all'atmosfera, centellinando con maestria tanta suspence quanta analisi psicologica. Il libro è un attento ritratto di La Rèunion e dei suoi abitanti. La sua analisi della storia dell'isola rivelano la testa del geografo, con una manifesta attenzione per la popolazione locale, razzialmente la più mischiata al mondo. Ma anche un'isola che preferirebbe tener nascosto il suo lato più oscuro: quello legato alla prostituzione e alla droga. Un romanzo che colpisce, un calibrato cocktail di tanti elementi, da bere subito!
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