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Casino totale
 
Casino totale 2017-06-11 20:55:57 Mane
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Mane Opinione inserita da Mane    11 Giugno, 2017
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“Marsiglia appartiene a chi ci vive”

Marcio insanabile ovunque (in cui dimenarsi);
Nostalgici ricordi (carcerieri del presente);
Fiumi di alcol (con cui annebbiare i sensi, annegare il rancore);
Dedali di strade (in cui perdersi);
Casino totale (in cui infrangersi);
Profumi, silhouette, occhi femminili (in cui ritrovarsi e provare a ricomporre i pezzi).

Jean-Claude Izzo dipinge Marsiglia in noir, cogliendo egregiamente i contrasti dell’integrazione multietnica dentro i sobborghi metropolitani delle “cités”, inferno degli strati sociali più disagiati, empireo della malavita, romantico luogo di visioni e sogni per i poeti bohémien.
I personaggi sono intensamente organici a questo contesto, raccontati soprattutto attraverso le parole di Fabio Montale, il vero protagonista, con la sua tormentata prospettiva sulla realtà, poliziotto con un passato intrecciato con quello delle vite difficili delle cités.

- “Eravamo diventati uomini. Disillusi e cinici. Un po’ amari anche. Non avevamo niente. Neanche il diploma. Nessun futuro. Solo la vita. Ma la vita senza futuro era meno di niente.” -

Punti come proiettili, disseminati a dettare un ritmo sincopato alla narrazione, vibrante di dinamismo, poco incline alla digressione, seppur carica di riverberi di memorie che si insinuano nell’azione come brevi strappi di flusso di coscienza. D’altro canto i capitoli sono ben cesellati (ciascuno fornito di un titolo) e, accompagnati da un cosciente utilizzo di pause grafiche a delineare aperture e chiusure di scene differenti, garantiscono una lettura scorrevole ed ordinata, ben predisposta ad eventuali interruzioni e riprese.

Mai volgare, mai cruento, mai noioso né banale, “Casino totale” è un libro che si fa apprezzare per la vividezza delle atmosfere ancor prima che per la suspense suscitata dallo svolgersi della trama.
Non è difficile carpire fra le righe una dichiarazione d’amore incondizionato dell’autore per la sua città, abbracciata con viva emozione in tutta la sua essenza, scevra da fittizie sublimazioni.

“Marsiglia appartiene a chi ci vive”...
…eppure volendo, anche chi legge e ne vagheggia fra queste pagine, se ne può portar via un pezzetto e, come un Salgari con le sue Indie, farla un po’ propria senza mai averne calcato le sponde.

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Commenti

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Mmm, strano, da poco ho letto un articolo che dipingeva la città come un esempio di integrazione eccezionale, geograficamente collocata nel cuore della città e non ai margini, non con sobborghi.
Complimenti per la recensione! Bellissima :-)

In risposta ad un precedente commento
Mane
12 Giugno, 2017
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Ciao Laura,
nella recensione ho cercato di riportare un po' le sensazioni trasmesse dall'autore
che mi è sembrato abbastanza genuino nel descrivere le atmosfere...
Ma questo è il mio piccolo pezzetto,
senza dubbio "Marsiglia appartiene a chi ci vive"
In risposta ad un precedente commento
Mane
12 Giugno, 2017
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Grazie mille Antonella :)
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