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Una amicizia sbagliata
Claire Douglas giunge nelle librerie con La migliore amica. Anche in questo caso, come nel precedente, Sorelle, ci troviamo davanti ad una storia che si svolge tra presente e passato, con due figure femminili al centro della narrazione. Due protagoniste, due voci narranti.
La prima delle due, quella del presente, è Francesca Howe, Frankie, figlia di un intraprendente albergatore inglese e di una italiana, ricca donna di affari che vive a Londra, ed amministra gli alberghi della sua famiglia. Con un matrimonio fallito alle spalle, vive una relazione insoddisfacente senza un domani. Sarà forse per questo motivo che quando Daniel, il fratello della sua migliore amica, le chiede aiuto per identificare i resti umani, che potrebbero appartenere a sua sorella, scomparsa in mare diciannove anni prima, non esita a recarsi a Oldcliffe, per aiutarlo.
La sorella di Daniel, Sophie Collier, seconda protagonista e voce narrante che ci riporta al passato nel 1997, era la migliore amica di Francesca. Con lei condivideva pensieri, segreti, innamoramenti. Aveva lavorato per qualche tempo nell’albergo dei genitori di Frankie, per poi tornare al precedente impiego presso un chiosco sulla passeggiata a mare. Nessuno sapeva più nulla di lei dalla notte del settembre 1997. La polizia aveva indagato, per poi darla per morta. E ora quei resti: un piede chiuso in una scarpa, che è la stessa che indossava quando scomparve.
Oldcliffe è una cittadina chiusa dove tutti conoscono tutti e tutti sanno tutto di tutti, è un luogo turistico brioso d’estate, ma grigio e deprimente nella stagione morta con il lungomare percorso solo dallo stridere dei gabbiani. Francesca affitta un appartamento, che però è proprio di fronte al mare, e il freddo e la nebbia lo rendono un improbabile rifugio, con la solitudine e la bottiglia per cattiva compagnia. Poi incomincia a ricevere lettere minatorie e telefonate anonime. Qualcuno sta cercando di spaventarla, ad ogni costo.
Una strana e misteriosa storia che narra di una grande amicizia, ma possessiva e a tratti morbosa. Il libro, punteggiato con efficacia da capitoli brevi a sottolineare i flash back che rimandano al passato, è una storia intrigante, e benché spesso al limite del credibile, coinvolgente quanto basta per farsi leggere fino in fondo. Un thriller denso di fatti e di situazioni che conducono a pensare che certe amicizie forse sarebbe meglio perderle che trovarle. Un misterioso e tenebroso thriller psicologico molto bello.