Dettagli Recensione
Lascia che l’acqua ti racconti la sua storia
La caratteristica che più mi rapisce di questa autrice, è come riesce a creare armonia scrivendo un romanzo, corale, composto quindi da tanti frammenti di diari. Ogni singolo pensiero si incrocia con gli altri fino a creare un quadro generale. Di solito nei romanzi gialli c'è sempre l'effetto puzzle, ma mai come in questo caso le tessere compaiono in dissolvenza frase dopo frase.
Questa alternanza di punti di vista, delinea differenti caratteristiche di ciascun personaggio. Per esempio Lena, come per tutti gli altri, si impara a conoscerla leggendo il suo punto di vista, ma il carattere che emerge a volte contrasta quando sono gli altri a parlare di lei. Questo fattore non disturba, anzi non fa altro che incrementare l'interesse per la storia stessa.
Naturalmente pian piano queste divergenze si attenuano fino a convergere verso un'unica, per quanto cruda, verità. Verità tra l'altro destinata al solo lettore che, fino alla fine, sarà l'unico ad avere un quadro completo.
Julia è il mio personaggio preferito, il rapporto con sua sorella Nel è così ordinario nel senso che, in alcuni passaggi, ricorda alcuni stupidi litigi che avevo da bambino con i miei fratelli. Proprio questo rapporto quotidiano e vero, è quello che consente ad alcune parole non dette, trasformarsi in equivoco, dall'equivoco al distacco, fino alla tragedia; passando così dall'ordinario allo straordinario.
Impossibile non fare un paragone con "La ragazza del treno" che l'ha resa celebre dal punto di vista commerciale. Rispetto a questo romanzo "La ragazza del treno" mi è sembrato più spontaneo, più passionale a differenza di "Dentro l'acqua" che, per quanto mi sia piaciuto per il suo tratto gotico, mi da l'idea di essere più studiato, più forzato specialmente nel finale. Ho avuto la forte sensazione che l'autrice abbia tentato di creare un giallo più impegnativo ma riuscendo solo a stendere una trama più articolata che nel finale non mi ha convinto del tutto.
A questo punto sono curioso di sapere se un successivo romanzo, affrontato con la stesso stile linguistico e narrativo, saprà stupirmi oppure deludermi.
"Non fidarti di una superficie troppo calma. Lascia che l’acqua ti racconti la sua storia."