Dettagli Recensione
Metafore che illuminano
Quarto capitolo di una saga che mi ha davvero conquistato.
Non mi aspettavo così tanto da questi romanzi brevi, ed invece eccomi qui, come un quattordicenne arrapato, che non vede l'ora di riavere tra le mani il suo oggetto del desiderio.
Ovviamente sto parlando del prossimo capitolo della saga, che sto già cercando.
Era da tantissimo tempo che non ero così preso da una serie letteraria. Così innamorato di un romanzo...
Complimenti all'autore, sopratutto per i personaggi che escono dalle pagine e mi abbracciano calorosamente, dandomi forti pacche sulle spalle mentre mi prendono in giro per come sono diventato crescendo...
I due protagonisti, Hap & Leonard fanno ormai parte della mia schiera di amici.
Ho scoperto che io ed Hap abbiamo la stessa opinione su alcuni programmi televisivi:
"La tivù era uno schifo. C'erano pochissimi canali, e tutti più o meno uguali. Ormai avevo già visto tanti di quegli stupidi talk-show sulle relazioni di coppia da bastarmi per la vita. Avrei potuto illuminare tutte quelle persone sul perché avevano tanti problemi con la vita e i rapporti di coppia: erano delle teste di cazzo, ed erano orgogliose di esserlo.
Avevo conosciuto gente come loro da sempre, semplicemente perché è impossibile evitarlo. Sono come merde che ti si appiccicano alle scarpe. Non avrei detto a quei coglioni-per-libera-scelta neppure che ora era, se me l'avessero chiesto, figuriamoci se avevo voglia di stare a sentire le loro stronzate in televisione."
Hap condivide anche il mio problema di perdita di capelli, nel mio caso non ho ancora una chiazza pelata, solo un leggero diradamento ma, il futuro è già scritto, ed io la penso come lui in proposito:
"Andai in bagno e mi pettinai, ma la pelata non scomparve. Non ero così idiota da farmi il riportino. Sarebbe stato come mettersi in testa un cartello con la scritta: non solo sono calvo, ma anche scemo."
Adoro la meschina concretezza, sempre velata da ironia, con cui l'autore illumina le righe, ed i pensieri dei personaggi:
"Mi piaceva il modo in cui il sole formava piccoli arcobaleni nell'acqua.
Quando arrivò la notte e i piccioni se ne andarono, riuscivo a vedere soltanto il tetto catramato e la luna riflessa nella pozzanghera, che mi scrutava dall'ombra come il viso di una prostituta anemica."
Oppure:
"Forse, se avessi avuto dei progetti reali, avrei potuto iniziare a vedere il bicchiere mezzo pieno, invece che mezzo vuoto con una mosca sul fondo."
Insomma questo romanzo come tutti i tre precedenti mi ha conquistato.
Joe Lansdale, in questa serie sembra non aver un limite umano, nell'illuminare la realtà con idee talmente logiche e scontate, palesi e vere, ma che mai nessuno dice:
"Però l'amore è l'amore, e anche se gli amanti sono dello stesso sesso i problemi non sembrano cambiare di molto, a parte il fatto che si scopa molto di più. Gay o no, gli uomini sono uomini, e agli uomini piace un sacco scopare. Potete scriverlo nel vostro libro nero, poi strappate la pagina, accartocciatela e fumatevela.
Oppure:
"È facile sparare stronzate sul fatto che l'apparenza ha poca importanza, e che più maturi e meno ne ha, ma negli uomini l'occhio è collegato direttamente all'uccello, e così va il mondo, tristemente, al di là di quanti volumi si possano scrivere sull'importanza di essere politicamente corretti. Il serpente con un occhio solo che vive tra le gambe degli uomini non sa leggere, e cerca solo la propria soddisfazione."
Ed anche, l'inizio delle storie d'amore è così come cazzo deve essere ed è davvero:
"L'unica cosa davvero buona in quei giorni fu Brett. Trascorremmo un sacco di tempo insieme, iniziando a conoscerci, solidificando la nostra relazione, cercando di fare in modo che le nostre due anime diventassero una sola, e naturalmente scopando come due anaconda nella stagione degli amori."
Chiudo con un ultima (ennesima) citazione da questo splendido romanzo, ma questa volta amara:
"Non era esattamente quel che desideravo, ma alla mia età quel che desideravo non potevo averlo, e quello che potevo avere non lo desideravo."
Indicazioni utili
Mucho Mojo
Il mambo degli orsi
Commenti
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prima di tutto grazie,
Lansdale è un autore strano, alcuni suoi romanzi sono veri capolavori, altri invece sono proprio delle schifezze colossali. Il ciclo di Hap & Leonard per ora è veramente al di sopra di ogni aspettativa, ampiamente positivo. Ciao!
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io ho appena concluso il mio primo Lansdale, ed ho apprezzato molto lo stile di scrittura, che peraltro traspare benissimo dall'ottima selezione di stralci che hai operato per questo romanzo...
Credo che abbia le credenziali per entrare presto tra i miei favoriti.