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RACHEL, MEGAN E ANNA
La ragazza del treno è uno di quei romanzi che non mi convinceva appieno, forse perché in molti ne parlavamo e alcune volte con recensioni anche negative.
Ho aspettato a leggerlo proprio perché volevo che il clamore si affievolisse ma nonostante tutto il romanzo rimane ancora in classifica, causa l’uscita del film e la riedizione con la cover della pellicola cinematografica. Ho trovato questo thriller molto incalzante e ricco di suspence, lo stile dell’autrice porta il lettore a continuare incessantemente la lettura fino alla conclusione della storia.
Non si può che provare simpatia per Rachel, che vive un momento di forte crisi nella sua vita, beve, mangia molto, ha perso il lavoro e si sente estremamente sola da quando il marito l’ha lasciata per un’altra donna.
Ogni mattina prende il treno per andare a Londra, fingendo con la sua amica/coinquilina di andare a lavorare, e nella corsa verso la città vede continuamente una coppia alla quale dà dei nomi inventati e si immagina come possa essere perfetta la loro vita e gli invidia perché vorrebbe anche lei essere ancora felice con il suo ex marito.
Un giorno la ragazza che lei vede attraverso il treno, Megan, scompare e per lei diventa una questione fondamentale capire e scoprire cosa sia successo alla ragazza.
I capitoli sono alternati, troviamo tre voci narranti, quella di Rachel, Megan e Anna la nuova compagna dell’ex marito della protagonista. Il lettore non può che “odiare” il personaggio di Anna così pieno di sé e così egoista, tanto da non aver sensi di colpa per quello che ha fatto a Rachel, in fin dei conti è stata lei ad essere l’amante e non il contrario. Fino alla fine il suo personaggio rimane sempre della stessa opinione nei confronti di Rachel, non ha un’evoluzione oppure un’ammissione della colpa che ha compiuto nei confronti della donna.
Nei capitoli di Megan, conosciamo la dura vita di questa ragazza, disseminata di uomini e storie sbagliate, una donna fragile, succube della sua bellezza ma che ci risulta un personaggio da compatire più che da colpevolizzare.
Rachel, invece, così fragile e così impaurita anche di se stessa, dove l’alcool alcune volte le fa vedere cose non reali ed estramente sbagliate, che non viene creduta da nessuno nemmeno dalla polizia che non ha nessun dubbio su di lei, la considera solo una povera pazza ubriacona e che non crede alle sue parole, al suo disperato bisogno di aiuto.
Lo stile del romanzo è molto scorrevole e serrato e fino a trequarti della storia, avevo dei sospetti sul possibile colpevole, anche se di capitolo in capitolo la mia opinione passava da un personaggio all’altro.
Ho trovato il finale alquanto scontato, sicuramente questo successo è dovuto più alla pubblicità giusta che è stata fatta al libro e non al valore reale dell’opera stessa.
Un buon thriller che non annoia il lettore, con alcuni punti su cui si può riflettere, sul valore della fiducia, sull’amore incondizionato verso un’altra persona e sulla fragilità delle persone che a volte a causa di un trauma reagiscono in maniera differente.
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Commenti
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sono d'accordo con te, nemmeno a me è piaciuto tutta questa pubblicità.
Grazie per aver letto la recensione.
Alice
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