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La paura
 
La paura 2017-03-24 15:14:21 Belmi
Voto medio 
 
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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Belmi Opinione inserita da Belmi    24 Marzo, 2017
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C’è abbastanza odio per tutti

Fino a ieri non sapevo dell’esistenza dell’autrice norvegese Anne Holt che con ben due serie è diventata una delle autrici scandinave più famose. Per colmare questa lacuna mi sono subito messa a leggere “La paura”.

Adocchiando le altre recensioni sono partita un po’ prevenuta nei confronti dell’autrice. Non molti commenti positivi per un’autrice che ha scritto davvero molto.

“La paura” è ambientato principalmente tra Oslo e Bergen, siamo ovviamente in Norvegia e il periodo non è dei più caldi, il Natale è alle porte e la Vigilia si tinge di rosso. Il vescovo Eva Karin Lysgaard viene accoltellata in mezzo alla strada, una donna così amata e rispettata che diventa difficile trovare il movente. Per cercare di rendere il tutto più “chiaro” da Oslo viene chiamato il detective Yngvar Stubø anche perché di cadaveri ne vengono ritrovati più di uno..non sarà però il solo a occuparsi di questa storia, molte menti collaboreranno fra loro.

Non sono un’amante dei thriller troppo forti e gli horror mi fanno proprio paura, quindi quando ho visto il titolo, ero un po’ “impaurita”. Anne Holt mostra molti tipi di paura, come quella di perdere un figlio, di sentirsi in pericolo, di aver perso l’amore e altre sue sfaccettature; ma la sua paura rimane solo su carta, non tocca il lettore. Solitamente per la sera mi riservo sempre letture più leggere per poter “accompagnare” meglio il sonno, il fatto che abbia continuato la lettura di questo testo anche “dopo cena” dovrebbe rendere bene il contenuto dell’opera.

“La paura” è ben scritto, sono abituata ai nordici e anche se questo è poco adrenalinico, la mente del lettore è stimolata e ben attiva, per cercare di capire la giusta pista da seguire. Inizialmente la Holt esagera, disorienta il lettore con storie disconnesse, alternate e “condite” poi con molti protagonisti, con nomi ovviamente impensabili da pronunciare. Ma poi la situazione migliore, quando s’incomincia a capire dove l’autrice vuol andare a parare e così diventa più semplice far tornare i vari tasselli nell’ordine giusto.

Anne Holt mostra la società norvegese, ce ne fa apprezzare la sua solidarietà e la sua apertura mentale; al contempo mostra però anche una Norvegia in cui i tempi stanno cambiando, dove la crisi e gli impieghi “pubblici” non sono poi così diversi dai nostri. Credo che la Holt in questo libro abbia messo qualcosa di se, ho letto la sua biografia ed è difficile non riscontrare qualche collegamento personale con lei, specialmente nella scelta dell’argomento principale del romanzo.

In conclusione, un buon giallo, con una trama interessante anche se la parte centrale, che ho preferito, mette un po’ in ombra il finale che sicuramente è fatto bene ma non incisivo come invece avrei preferito. Impossibile non innamorarsi di Kristiane e Ragnhild, la loro presenza arricchisce la storia.

Buona lettura!

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