Dettagli Recensione
Parenti serpenti
“ Si troverà ad indagare su ladri, avari, prepotenti; la più detestabile collezione di individui che lei abbia mai conosciuto: la mia famiglia “.
La famosa citazione è tratta da “ Uomini che odiano le donne “ di Stieg Larsson. Più precisamente è l’ affermazione con cui l’ industriale Henrik Vanger affida al giornalista Mikael Blomqvist il compito di indagare all’ interno della propria famiglia alla ricerca del colpevole della scomparsa della nipote.
Il paragone tra il primo capitolo della trilogia Millennium pubblicato nel 2005 ed il secondo della celebre serie di Camilla Lackberg è tanto inevitabile quanto ingiusto. Anche “ Il Predicatore “ affida le sue fortune editoriali e commerciali al collaudato enigma a camera chiusa in stile Agatha Christie con al centro dell’ attenzione una famiglia celebre in un piccolo contesto ambientale. Verrebbe naturale dire che è una parzialmente riuscita scopiazzatura del capolavoro di Larsson. In realtà il confronto regge fino ad un certo punto; l’ opera del compianto scrittore è non solo dotata di un respiro ed un’ ambizione maggiori ma soprattutto è temporalmente successiva a quella della Lackberg, datata 2004.
L’ accoppiata sentimentale scrittrice-poliziotto tra Erica Falck e Patrick Hedstrom procede a gonfie vele, se si escludono le inevitabili fatiche vissute dalla protagonista giunta all’ ottavo mese di gravidanza. Nel bel mezzo delle ferie il dovere chiama, e Patrick è costretto a tornare in servizio per risolvere un caso insolito. Sotto al corpo di una giovane donna trovata senza vita vengono scoperti i resti di due ragazze scomparse ventiquattro anni prima nell’ estate del 1979. Il caso non era stato risolto ma aveva sconvolto l’ opinione pubblica. Gabriel Hult aveva dichiarato di aver visto il fratello Johannes in compagnia delle ragazze. Il successivo suicidio di Johannes era sembrata una tacita ammissione di colpevolezza. A complicare la faccenda il contesto familiare dei due fratelli, figli del discusso ed eccentrico pastore nonconformista Ephraim Hult che dopo la sua morte aveva lasciato tutto in eredità ad un solo ramo della famiglia trascurando l’ altro e creando non pochi dissidi.
Camilla Lackberg prosegue con un genere particolare di poliziesco che affianca l’ indagine alla vita quotidiana dei protagonisti donando alla lettura una sfumatura rosa in grado di allargare il bacino di lettori e lettrici affezionati. Rispetto al precedente “ La principessa di ghiaccio “ la riuscita è opposta. Il caso da risolvere è più affascinante e la qualità della trama migliore. La vicenda della famiglia Hult appassiona ed ho apprezzato il lento, razionale e realistico proseguire dell’ indagine affidato non solo alle intuizioni di Patrick e colleghi ma soprattutto alla parte scientifica e di laboratorio con l’ analisi delle prove acquisite, spesso trascurata nel genere. Lodevole anche il contrasto tra la spensierata tranquillità dell’ ambientazione marittima, l’ incantevole Fjallbacka, e l’ atmosfera cupa e opprimente che si respira nelle tenute padronali degli Hult.
Funziona meno invece l’ altro lato della medaglia. Nel primo romanzo la reciproca scoperta tra Patrick ed Erica e la storia della sorella di quest’ ultima, Anna, alle prese con un marito violento rappresentavano piacevoli diversivi. Stavolta il compito è affidato a ripetitive, evitabili e marginali comparse di parenti e amici desiderosi di approfittare dell’ ospitalità dei protagonisti per godersi le bellezze di Fjallbacka e piuttosto insolenti e improbabili nel pretendere di essere serviti e riveriti da una donna in avanzato stato interessante.
“ Il Predicatore “ resta un giallo intrigante, di facile e piacevole lettura che nonostante qualche riserva mi ha convinto a proseguire la serie di questa autrice di successo.