Dettagli Recensione
E morì a occhi aperti
"E morì a occhi aperti, è un noir che appartiene a un breve ciclo che Raymond dedicò a The Factory, una succursale di Scotland Yard specializzata in omicidi insignificanti e sordidi, di quelli che non fanno fare carriera. In questo caso quello inspiegabilmente feroce, di un certo Staniland, un alcolizzato dall’occupazione incerta.
La vittima ha lasciato una pila di nastri registrati. È dunque attraverso la sua voce, oltre che attraverso l’indagine del poliziotto di turno, che ci addentriamo lentamente nel contesto sociale e umano che ha motivato l’assassinio. Ed è un viaggio terrificante, in cui nessun aspetto sordido ed ipocrita della società londinese viene risparmiato.
Il protagonista è uno stereotipatissimo detective: rude, volgare, con la battuta pronta per schernire i propri superiori.
Lo stile è essenziale, anche se, risultano insopportabili le dissertazioni allusive a un mondo appestato da tossici, hippies, rivoluzionari falliti e intellettualoidi.
Così come sono insopportabili le memorie della vittima dell'omicidio. I suoi ricordi sono tronfi, pieni di retorica e soprattutto di moralismo.
Un pessimo noir che non regala né brividi, né atmosfere ambigue.
Buona lettura:)