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Morte a Venice
 
Morte a Venice 2017-01-23 14:49:05 lapis
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
lapis Opinione inserita da lapis    23 Gennaio, 2017
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La morte è un affare solitario

A Venice, California, le gondole sono ormai scomparse. Le luci sono spente. I canali ricoperti d’olio. E gli ultimi pezzi del glorioso spettacolo che fu - il cinema, il molo, il luna park - vengono fatti a pezzi giorno dopo giorno per far spazio alle pompe petrolifere. In questo scenario spettrale, grigio di nebbia e pioggia, un giovane scrittore si ritrova a seguire una scia di morte che travolge, uno dopo l’altro, i suoi conoscenti. Creature strane e sole, che vivono fuori dalle regole, ai margini della società. Gli ultimi abitanti di una Venice in cui tutto odora di morte e solitudine.

Le atmosfere cupe e soffocanti sono quelle tipiche del noir ma, pur essendovi omicidi da investigare e persino uno stropicciato e stravagante detective ad affiancare l’indagine, si avverte che l’anima di questo libro è davvero lontana dal giallo.

Ray Bradbury, in questo romanzo della maturità datato fine Anni Ottanta, sembra voler evocare se stesso, giovane scrittore di racconti di fantascienza venduti per qualche dollaro, e ricreare l’ambientazione della California decadente in cui ha mosso i suoi primi passi. La sua prosa si fa musica. Le sue parole sono ricche, rigogliose di immagini, suggestioni, citazioni letterarie ed espliciti omaggi al mondo del cinema. La trama, che potrebbe sembrare esile se valutata secondo i canoni del genere poliziesco, diventa l’occasione per riflettere sul senso della vita e sulla forza salvifica rappresentata dall'immaginazione e dalla scrittura. Bradbury esorcizza la morte, esortando a non arrendersi alla disperazione, ai rimpianti, alla solitudine.

Un romanzo originale, profondamente evocativo e malinconico, che sfugge a qualsivoglia classificazione e che potrà essere apprezzato soltanto approcciandovi esenti da pregiudizi e aspettative, lasciandosi trasportare in modo incondizionato da quello che la narrazione può offrire.

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Commenti

4 risultati - visualizzati 1 - 4
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Rollo Tommasi
23 Gennaio, 2017
Ultimo aggiornamento:
23 Gennaio, 2017
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Che strano Bradbury: a volte sembra impalpabile, altre "pienissimo". Bella recensione.
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lapis
25 Gennaio, 2017
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Davvero, Rollo. Non conoscevo Bradbury sotto questa veste, finora avevo letto solo il bellissimo Fahrenheit 451. E' stata quindi una vera sorpresa questa lettura quasi evanescente.
Grazie mille.
Ciao, Manu
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FrancoAntonio
26 Gennaio, 2017
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Allora leggi i suoi racconti (in Italia sono state pubblicate molte antologie). Sono sempre ammantati da un'aura onirica, ovattata. Nonostante vengano spacciati come storie di fantascienza in effetti scavano di più nell'animo umano, talvolta in modo molto profondo.
In risposta ad un precedente commento
lapis
28 Gennaio, 2017
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Grazie mille per il consiglio, Franco Antonio!
In generale non amo molto i racconti ma le tue parole mi hanno davvero incuriosito. Prendo subito nota del suggerimento!
4 risultati - visualizzati 1 - 4

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