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Eros e Thanatos
Lo scorrere di una vita ad un certo punto può prevedere, inaspettatamente, una circolarita' ed un ritorno ad una dimensione primaria, un luogo, un accadimento, un semplice particolare, che riporti ad eventi pregressi ma con significati del tutto diversi.
Così un delirio d' amore e una dipendenza ossessiva, manipolatoria, patologica, sfociata in depressione acuta, svuotata del proprio significato ( l' assenza dell 'oggetto d' amore ) non può che condurre ad un vuoto esistenziale incolmabile e al desiderio di autoannientamento ( quando il vivere non ha piu' un senso ).
" Follia " è un iter infernale all' interno di una ossessione amorosa sbocciata tra le mura di un tetro manicomio criminale vittoriano nell' Inghilterra del 1959. Lei, Stella Raphael, moglie di Max Raphael, psichiatra, è una creatura algida, splendida, ammirata per spirito, distacco e sensazionale bellezza. Lui, Edgar Stark, psicopatico ed uxoricida efferato ( anni prima ha decapitato ed enucleato la moglie accecato da folle gelosia ), è un artista dotato di una certa vitalità animale.
Travolti da una irrimediabile necessità, da un disperante vuoto affettivo, da una forte attrazione sessuale, noncuranti dell' oggi, e dei sentimenti altrui, soli ed affamati di amore, precipitano rapidamente in una spirale di eros-thanatos, di passione violenta e psicogena, di conflitto aperto, in una ossessione amorosa senza ritorno sullo sfondo di una Inghilterra ovattata da perbenismo e regole ferree, convenzioni sociali e rigide strutture di appartenenza.
Il mondo della psichiatria, così settario, rinchiuso nella propria forma accademica ed in fredde e spaventose mura nosocomiali, si avvale dell' uso di una sedazione farmacologica inevitabile e protratta, di diagnosi standardizzate ma di difficile collocazione, di sedute mediche interminabili, tra transfert e contro-transfert per scoprire quanto il confine tra normalita' e follia sia sottile, fragile, manipolabile, e quanto la soggettività possa sconfinare in situazioni irrimediabilmente tragiche.
Peter Cleave, psichiatra di Edgar, collega di Max, amico di Stella e suo futuro medico curante, voce narrante, è da molti anni attratto professionalmente da storie d' amore catastrofiche contraddistinte da ossessione sessuale. Egli traccia i contenuti della storia, ne descrive dettagliatamente i protagonisti, le loro vite, ipotizza, consiglia, trae conclusioni mediche, ma inopinatamente cade in un vortice di passionalità, quella soggettività e coinvolgimento psico-emotivo e di desiderio amoroso che sfocerà in una cattiva diagnosi, oltrepassando i confini medico-paziente, anteponendo il se' ed il soddisfacimento dei propri bisogni al bene del malato e della collettività. " Alcuni psichiatri, infatti, travolti da fatti personali, annullano il confine tra salute e malattia."
Stella è una donna apparentemente forte quanto emotivamente fragile, ha vissuto un ' infanzia anaffettiva e vive incarcerata in un matrimonio di forma, convenienza, perbenismo.
Max, freddo, calcolatore, aggressivo passivo, sospinto dalla madre, la incarcera in una vita asettica, all' interno di un istituto prima e di una provincia tetra e deprimente poi, in un simulacro di vita famigliare. È ambizioso e " forse Stella, più che essergli stata infedele, gli ha rovinato la carriera."
È un matrimonio senza amore e passione, Edgar al contrario è tutto questo, una scintilla, un po' artista ed un po' bambino, ed il suo sguardo intenso e penetrante riaccende in lei la fiamma della fantasia e del desiderio, sostituendosi al figlio Charlie.
È un pazzo ma, prima di tutto, un malato. La sua patologia delirante, ossessiva, bipolare, quella violenza inaccettabile ed improvvisa, afinalistica, quel passato brutale e criminale e quella morbosa gelosia allucinatoria agli occhi di Stella appare normalità. " Quello non era lui, era sempre l' altro " e " su un piano emotivo, non intellettuale, aveva cercato di distinguere l' uomo dalla sua malattia ". Passato l' uragano, sarebbe guarito.
Ad un certo punto a lei non resta che un' unica via di salvezza, mentire, fuggire, ovattare se stessa ed i propri desideri in una prigione famigliare grigia e piovosa, come il paesaggio gallese e l' ostilità dei propri abitanti. L' individualità e la sessualità di Stella, continuamente violate, segnano un ritorno ad un brivido dimenticato, un senso di annientamento, il desiderio di sentirsi vivi, la menzogna una strada verso la salvezza per dimenticare il dolore e rivivere la speranza.
" A volte riusciva a vedere le cose freddamente, ma, come aveva previsto, stava andando tutto in pezzi e non le importava. "
Già, la speranza di un nuovo inizio, o il ricongiungimento con un passato che sembra irrimediabilmente perduto. Stella ormai ha oltrepassato l' isteria, è caduta in una depressione acuta e nuove dinamiche hanno cambiato il costrutto.
Il sonno in fondo non è che una promessa d' oblio ed ormai " abitava un altro mondo, un mondo informale dal quale era difficile togliere lo sguardo ".
La follia che accompagna la trama diviene essenza della stessa, allargata a tutti i personaggi, chi più chi meno, ed aleggia nell' aria accompagnando dubbi e certezze, ma ergendosi a protagonista suprema.
Patrick McGrath ci guida nel proprio universo letterario ( la rappresentazione della mente umana ) attraverso un romanzo neogotico che ci parla appassionatamente ed ossessivamente di follia, malattia, psichiatria, amore, desiderio, relazione, oltrepassando il confine dell' ovvio e ridefinendo continuamente i confini dell' essere.
Ci addentriamo all' interno di un labirinto in cui la verità è difficile da oggettivare perché la complessità della mente ( e della malattia ) e dei sentimenti si erge a protagonista e forme e contenuti cambiano repentinamente. Cade ogni certezza e costruzione narrativa pregressa, rimane una straordinaria lucidità descrittiva e l' amore per il dettaglio oltre che per le sfumature del linguaggio, l' espressività di un singolo gesto ed il significato ( prevalentemente psico- comportamentale ) di ogni parola.
I personaggi navigano nella solitudine di un intreccio ripetuto, ciascuno è soggettività e labirintico mistero, definito ed indefinibile, proprio come la inafferrabile complessità della mente umana.