Dettagli Recensione
Il mio primo horror
Era da un pò di anni che pensavo di dover leggere almeno un libro horror nella mia vita, posto che qualche film di questo genere l'avevo pure guardato, manifestando talvolta perfino un pò di morboso interesse...
Mia madre ha sempre considerato spazzatura i generi horror e fantasy, il calcio, gran parte dei cartoni animati giapponesi o quelli violenti in genere, la musica metal, i film con scazzottate alla Bud Spencer o quelli infarciti di volgarità e tette e culi alla Lino Banfi. Non ha mai riso quando il pubblico registrato ride in programmi quali "Striscia la Notizia". Io quando inizia la pubblicità faccio zapping.
Ho avuto da piccolo un certo livello di censura del quale mia madre si è tardivamente un pò ricreduta. Fondamentalmente comunque siamo entrambi d'accordo che non ci siamo persi niente...
Sono rimasto sconvolto a 10 anni dal primo film horror che mio malgrado vidi a tratti sul monitor del sedile davanti alla mia faccia in una corriera che da New York ci portava ad Atlantic City: "La bambola assassina"!
Non ricordo di aver mai avuto paura del buio prima dei 10 anni, ma dopo quel film per molto tempo ho temuto di aprire una porta al buio da solo, mi immaginavo la bambola avanzare lentamente verso di me e stupidaggini del genere. A tutt'oggi qualche lieve residuo di turbamento permane in certe situazioni (da solo, in casa, di notte), ma razionalmente ho superato quasi del tutto quelle paure. Se non altro oggi riesco a guardare tranquillamente film dell'orrore senza passare notti in bianco, ho rivisto alcune scene e il macabro finale di quel maledetto film senza che il cuore accelerasse il battito e ho letto più volte diversi capitoli di "It" prima di addormentarmi beatamente dopo pochi minuti.
Premesso ciò, ho scelto "It" in quanto volevo leggere quello che si ritiene essere un capolavoro del genere horror, in modo da decidere di leggerne altri se la lettura mi fosse piaciuta, o accantonare l'horror per dedicarmi ad altri generi a me più affini.
Ebbene: non so se ne leggerò altri e se lo farò sarà fra molto tempo.
Il libro è anzitutto monumentale: nelle oltre 1300 pagine vengono narrate le vicende dei sette amici e protagonisti fin nei minimi dettagli. Trovo che ci siano dei momenti di buona letteratura, in certe vivide descrizioni, nella psicologia dei personaggi, o quando l'autore tratta (con taglio naturalmente pulp) il fenomeno del bullismo, mentre altre parti potrebbero essere sfoltite, in quanto paradossalmente pur essendo un libro di molta azione, l'ho trovato talvolta troppo pesante.
Il mio realismo e materialismo inoltre mi tolgono il giusto coinvolgimento che immagino si dovrebbe avere quando si affrontano materie quali la trascendenza di It, la compenetrazione a mani nude nella sua carne, il dualismo ontologico tra It e la Tartaruga, la trasformazione di It a immagine delle paure di chi lo vede, ecc...
Gli amanti del libro (a leggere le altre altre recensioni ce ne sono parecchi) mi troveranno snob, e probabilmente è così, ma devo ammettere che leggendo di quelle materie sopra descritte, più che provare quel brivido desiderato, mi viene da sorridere.
Altra parte che mi sembra una caduta di stile è quando Beverly (scusate, ma è proprio così) la dà a tutti e sei i suoi amici undicenni, nelle fogne dopo aver affrontato It. E' un episodio che stona in un quadro generale di credibile e casta alleanza tra ragazzi impegnati a liberare il mondo da un mostro brutto e cattivo.
Per il resto la trama è avvincente, si vuole vedere come va a finire e quanto sangue deve ancora scorrere, come ci si aspetta da un libro di questo tipo.
L'atmosfera della mitica cittadina inventata di Derry nel Maine è uno degli aspetti meglio riusciti del romanzo. Vi si respira l'aria di quella che immagino essere stata la provincia nord-orientale degli States negli anni ottanta. Qualche venatura di degrado e di squallore, in un contesto di dimesso benessere, lavoro e città a misura d'uomo. Si potrebbe tracciare un parallelo tra Stephen King e Quentin Tarantino. Lo scrittore che anticipa il regista sul sapore di una rustica provincia americana e probabilmente lo ispira nelle scene più splatter.
A proposito di genere splatter, USA e anni '80, mi viene in mente "American Psycho"che ho trovato molto più credibile, sconvolgente e profondo di It.
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Commenti
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Direi che comunque l'horror non è tra i miei generi preferiti di film o di libri. "It" è servito a chiarirmi questo dubbio.
Amante del genere horror fin da ragazza mi ha fatto vedere "La casa" "zombi" "profondo rosso" che ero poco più di una bambina.
Sono ancora terrorizzata dalle bambole di porcellana, per la famosa scena della bambola meccanica in profondo rosso.Io amo l'horror, eppure concordo con ogni singola parola della tua recensione.
L'ho finito adesso, ci ho messo un tempo infinito a leggerlo, è stato causa del mio blocco del lettore.
Sto pensando di scrivere qualcosa al riguardo... ma non sarà facile.
Con "La casa" non ce l'avevo fatta invece...
Comunque ho letto (appena adesso) la tua splendida recensione e ti rispondo là.
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