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Banale e frettoloso
Antesignano del genere letterario gotico, questo libro di Horace Walpole pubblicato nel 1764 ed ambientato in pieno medioevo, pur avendo in sè tutti gli elementi che caratterizzano le grandi opere, non rappresenta certo una lettura imperdibile né tantomeno indimenticabile. Amori contrastati, cavalieri senza macchia, donzelle virtuose se la vedranno con intrighi di potere, tiranni usurpatori, efferati fatti di sangue, il tutto condito da una prosa forbita, da atmosfere tetre e surreali sulle quali aleggiano le ombre di antiche ed implacabili profezie e da misteriosi ed inspiegabili eventi soprannaturali. Siamo all’interno delle mura del bellissimo castello di Otranto e un oscuro omicidio rovina quello che avrebbe dovuto essere un gran giorno di festa. Questo truce evento scatena un inarrestabile effetto domino che si concluderà con l’immancabile vittoria dei buoni ma non prima che altro sangue innocente venga versato. Si potrebbe pensare di essere di fronte, se non ad un capolavoro, per lo meno ad un romanzo di grande spessore. Invece ci si accorge, già dalle prime pagine, che non è così. La trama appare subito abbastanza banale e prevedibile, mancano suspance e colpi di scena e campeggia dalla prima all’ultima pagina un’eccessiva aura di buonismo rotta soltanto dalla malvagità dell’unico personaggio negativo della storia sul quale sembrano caricati tutti i difetti e i vizi del genere umano. Il ristretto numero di pagine fa sì che gli eventi vengano narrati in maniera poco accurata, con una fretta eccessiva che dà un po’ un’idea di superficialità e non consente al lettore di appassionarsi più di tanto alla vicenda. Se allo spiccato buonismo e ai tempi ristretti aggiungiamo che l’ambientazione rimane circoscritta alle mura del maniero ci rendiamo presto conto che più che ad un romanzo sembra di essere di fronte ad un’opera teatrale per bambini. Certamente bisogna ammettere che nel giudicare questo libro bisogna tenere conto anche e soprattutto del momento storico in cui è stato scritto e pubblicato. Da questo punto di vista il giudizio potrebbe cambiare in positivo, soprattutto in virtù del fatto che, come detto all’inizio, si tratta di una vera e propria novità per l’epoca e rappresenta un punto di partenza per un genere che ha poi avuto ed ha tuttora notevole successo. Le sue virtù, tuttavia, potrebbero davvero essere tutte qua.
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