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La ragazza di Brooklyn
 
La ragazza di Brooklyn 2016-12-10 03:17:58 Bruno Elpis
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    10 Dicembre, 2016
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Volere ci consuma e potere ci distrugge

Guillaume Musso ha ormai detto addio ai drammi psicologici proposti in confezione fantasy e si omologa al poliziesco. La ragazza di Brooklyn ne è la riprova.

La storia è complicatissima (“La foto dei tre cadaveri carbonizzati, la sacca piena zeppa di banconote, i falsi documenti, la doppia vita di Anna”), diciamo soltanto che Raphael, ragazzo-padre e scrittore affermato, in tre-quattro giorni si fa Parigi-New York con bimbo al seguito sulle tracce dell’amata, che è fuggita e poi è stata rapita, ha un orrore nel passato e ha cercato di dissimulare la tragedia cambiando identità…

Per il resto, la formula è ormai la solita: un aforisma introduce il capitolo (“Volere ci consuma e potere ci distrugge – Honoré de Balzac”); la narrazione è policentrica; qualche concetto viene rubato alle scienze umane (“Uno choc biografico, un elemento rimosso, un segreto che ne spiega la personalità, la psicologia, l’interiorità, nonché una buona parte delle azioni”) o alla storia dell’arte (“le modelle torturate dal pittore Egon Schiele”); il finale – un pari e patta con sorpresa nelle ultime pagine - non basta a riscattare una storia bizantina e arzigogolata, che ha anche la pretesa di avventurarsi nei poteri e nei veleni della politica americana (“Lo stato di diritto è una chimera. Fin dalla notte dei tempi l’unico diritto esistente è il diritto del più forte”).

Bye-bye Musso?

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