Dettagli Recensione
Ricerca di una verità occulta
Murano Miro ritorna in un thriller dai contorni violenti, con tratti eleganti ed intrecci erotico-sentimentali in una Tokyo fredda e piovosa che conserva i colori tenui della notte, cupa come il mondo pornografico ivi descritto ed i loschi personaggi di contorno che si muovono nell' ombra.
La trama, semplice e lineare, ha inizio con la misteriosa scomparsa di una ragazza, Isshiki Rina, dal passato enigmatico e dal presente nebuloso, invischiata suo malgrado nel mondo della pornografia ( nei panni di attrice ), forse morta suicida, o assassinata, o semplicemente fuggita per ragioni imperscrutabili.
L' investigatrice Murano Miro viene contattata da Watanabe Fusae, promotrice di un movimento in difesa dei diritti violati delle donne, per rintracciare la ragazza, ricostruirne la storia e capire se abbia subito una violenza ( come si sospetta ) durante uno dei film interpretati.
Inizia un iter investigativo che alterna intrecci personali, relazioni erotico-sentimentali vere o presunte, una discesa agli inferi in un mondo aspro e crudele ( la pornografia ) in bilico tra finzione e realtà, potere e denaro, al confine tra indagine poliziesca e storia romanzata e con colpi di scena finali ( pochi e piuttosto scontati ).
Murano Miro è una donna sfuggente, malinconica, segnata da un dolore incancellabile ( la morte del marito due anni prima ), si muove nell' ombra, è di poche parole, scarsamente empatica se non con chi sente parte di se' ( il vicino di casa Tomobe ).
Si sposta in solitudine, osservando il reale e ricostruendo il possibile, tessendo una trama ogni volta strappata e reinventata, analizzando il profilo psicologico dei personaggi in scena, sempre con una posizione defilata, in punta di piedi, accarezzando la storia, con grazia e leggiadria.
Per gran parte della narrazione più che di un thriller parliamo di romanzo, perché gli intrecci sono romanzati, le cadenze lente, lunghe descrizioni analitiche tratteggiano vite e protagonisti, costruiscono realtà disparate, intrecciano rapporti profondi, entrano in mondi sommersi.
Ne esce una scrittura con cadenze non propriamente da giallo, ovvero quella lentezza apparente che può anche ammagliare ma che finisce con il suscitare ( in questo contesto ) una certa staticità.
Tutta la prima parte è un racconto ripetitivo nei contenuti, certamente ben scritto ma non propriamente originale. La figura di Isshiki Rina, la ricercata, è sfuggente, scompare nell' ombra, forse è solo una ipotesi, potrebbe anche non esistere, o mostrarsi sotto mentite spoglie, vittima o colpevole, non lo sappiamo.
I personaggi di contorno non spiccano per originalità, sono stereotipi della contemporaneità ( il cattivo sadico, bello e impossibile, la femminista oltranzista e battagliera, la vamp fascinosa e crudele, gli scagnozzi palestrati, l' intellettuale solo e sfigato ) fuorche' Tomobe, figura complementare a Murano, in un certo senso sua antitesi, ( l' amore tra i due è impossibile per le inclinazioni sessuali di lui ), in realtà suo complemento, dotato di un certo spessore umano e culturale oltre che di humour ( alquanto briosi i dialoghi tra i due ).
Il finale è una corsa contro il tempo, un insieme un po' frettoloso di situazioni e capovolgimenti con cambi improvvisi di rotta, sarebbe stato più opportuno un approfondimento dei temi trattati con particolare riferimento alla figura di Isshiki Rina a scapito della prima parte, lunga e melensa.
Ed allora cosa rimane? Della storia e del giallo non molto, dall' esito piuttosto scontato, della scrittura una certa linearità e naturalezza tendente alla prolissità, alcuni dialoghi vivaci ed interessanti, ma soprattutto l' affascinante Murano Miro, voce fuori dal coro, dotata di semplice complessità, di spessore psicologico, sfuggente e intrigante, dolce e mordace, la sola protagonista di un romanzo-thriller per il resto non propriamente esaltante.
Indicazioni utili
- sì
- no