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Il bene e il male
Il libro fa male.
Fa male davvero.
E non solo grazie al guizzo tagliente di Irvine Welsh, alla sua scrittura lobotomizzante. Si tratta di un dossier sulla pedofilia organizzata che attraversa due continenti. Si tratta di bambini trapassati da perversioni sessuali meschinamente nascoste da convegni sulle vendite immobiliari.
Si parte dal mezzo, dalla piccola Britney scomparsa mentre andava a scuola a piedi, con suo zainetto sulle spalle e le cappottino legato fin sul mento, per proteggersi dal freddo di Edimburgo. E sì finisce con l'infanzia di Ray Lennox.
La figura del protagonista è emblematica. Si tratta forse di un eroe, di un uomo, di un bambino, di una vittima o di un carnefice? Percorre passo su passo la storia delle vittime eroe dei lor carnefici, fino a pensare come loro, a parlare come loro, a comportarsi come loro.
Lennox è forse un vincitore? O un perdente?
È il buono o il cattivo?
Certe volte sembra quasi di vederlo, Ray. Con le sue paure e i mostri che sbatte in carcere tutto il giorno. Tutta la vita. Un trentenne che forse ha sette anni. Forse novanta. Forse ha un'eternità dentro di sé. Un'eternità da combattere e da cui scappare.
Una vita.
Un intera vita.