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Una mezza delusione....
Era diverso tempo che, entrando in libreria, vedevo il nome di Jo Nesbo campeggiare sugli scaffali ma per un motivo o per un altro non avevo mai letto un suo romanzo. Due settimane fa cercavo un libro tra la saggistica da leggere durante una trasferta di lavoro ma non avendo trovato nulla di interessante mi sono imbattuto di nuovo in Nesbo e così ho cercato un suo romanzo che non fosse troppo lungo (circa 300 pagine) da poter leggere, così da potermi fare una prima idea sulla sua scrittura. Il romanzo che ho scelto è stato Il cacciatore di teste appunto, primo perchè era un romanzo a sé stante e non collegato ad altri e secondo perchè rispondeva al requisito si non eccessiva lunghezza.
Il romanzo parla di un cacciatore di teste (di quelli aziendali e non il più classico bounty killer) che è chiamato a scegliere l’amministratore delegato di una nota azienda di navigatori satellitari e su imbeccata della moglie, collezionista ed espositrice di opere d’arte, decide di puntare su un ex amministratore delegato olandese ora in pensione. Inizialmente la scelta sembra azzeccatissima e il nostro protagonista è felice del consiglio della moglie, finchè, durante uno dei suoi furti in casa di quest’ultimo (si, il nostro protagonista ha una doppia vita, cacciatore di teste e ladro di quadri) non si accorge che questo lo tradisce con la moglie….
Ora da qui partirà una storia tra l’assurdo ed il surreale, che vedrà il nostro cacciatore di teste per svariate volte in fin di vita e ad un secondo dalla morte ma che alla fine riuscirà a cavarsela sempre nei modi più assurdi e disparati, fino ad arrivare alla per nulla richiesta spiegazione finale, da parte di un commissario di polizia, fatta durante uno show televisivo in prima serata.
Insomma come avrete capito non mi è piaciuto per nulla, sebbene per le prime 50 pagine promettesse bene. Il protagonista sembra un Patrick Bateman (American Psycho) più preciso ma senza dubbio meno interessante, oltretutto la storia della seconda vita, cioè lui ladro di opere d’arte, regge solo per le prime 100 pagine (diciamo solo per far scoprire il tradimento della moglie) perchè poi scompare del tutto. Infine per ben 4 volte si salva da morti praticamente certe (ad un certo punto in una macchina con 4 persone in 3 muoiono dopo un incidente ma lui ne esce miracolosamente illeso). E poi lo “spiegone” finale è veramente noioso e scontato, il punto è che se la storia fosse stata minimamente credibile non ci sarebbe stato bisogno di rimettere a posto i pezzi per 15 pagine punto per punto, ma essendo totalmente campata in aria serve qualcuno che ci dica come questa storia riesca a giungere ad una parvenza di conclusione credibile…
Salvo però lo stile che mi sembra veloce, istintivo ed avvincente, e sono molto interessanti anche le varie spiegazioni che da sull’ambiente circostante (soprattutto quando parla di arte e quadri d’epoca). Per il resto una storia scapestrata e senza senso.
Probabilmente darò un’altra possibilità a Nesbo, spero che si riprenda perchè mi aspettavo molto di più da quello che avevo letto su internet.
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