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Il capolavoro di Zafon
E' il primo libro di questo autore che ho letto e parto col dire che dopo di questo sono andato a caccia dei suoi romanzi. In attesa di regalarmi per Natale l'ultimo suo, si spera, capolavoro.
Leggere il libro mi ha immedesimato sin dal principio al giovane Daniel Sempere che si ritrova per le mani il misterioso romanzo, L'ombra del vento, appupnto. Questa ricorsione mi ha incuriosito sin dalle prime pagine.
Diversamente da quanto si possa aspettare il romanzo non è intricato ma solo intrigante. Le indagini, che lo stesso Daniel intraprende, sono ben descritte e facili da seguire.
Nonostante la lettura del romanzo si scorrevole l'autore lo fregia di metafore e similitudini quasi ad ogni pagina gettando un velo di liricità all'intera lettura.
L'ombra del vento si apre nel 1945 a Barcellona sotto il regime di Franco. Da come l'autore descrive il regime si percepisce il suo orientamento politico.
Non appena si inizia a leggere, si percepisce una forte sensazione di oscurità, di un tempo in cui la vita e le cose sono difficili per il basso ceto.
Durante la lettura, ci si sente come se si stesse vagando per le strade fredde di Barcellona, con la sensazione che qualcosa salterà fuori da un momento all'altro. Si può sentire il nervosismo, l'umidità, la preoccupazione e l'angoscia.
Questo libro non è adatto solo ad appassionati del genere thriller ma contiene anche una storia d'amore, tra Julián Carax e Penélope che deve nascondersi nelle ombre di problemi molto più grandi, dando vita ad una storia tra le più cupe e tristi che abbia letto.
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Commenti
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Credo, in generale, che in ogni lettura nasca qualcosa tra l'autore, il romanzo ed il lettore. Questo "qualcosa" varia molto in base alla mia predisposizione del momento.
Cercando di spiegarmi meglio, dei romanzi che lego (circa 50 all'anno) solo pochi mi hanno provocato forti sensazioni e mi sono piaciuti davvero. Rileggendo di recente un romanzo che, anni prima non mi era piaciuto (tanto da ricominciarlo più volte) , l'ho trovato molto interessante. Sicuramente il romanzo è sempre lo stesso ma io sono cresciuto e cambiato nel frattempo notando (ed apprezzando) alcuni passaggi che prima non mi avevano colpito in modo particolare.
Nello specifico, quando ho letto L'ombra del vento, sono rimasto particolarmente colpito dallo stile e dalla trama a parer mio originale. Mi sono affezionato a Zafón, perdonando nei romanzi successivi, alcuni cali di stile. Probabilmente se come primo romanzo avessi letto "Marina" o "Il palazzo della mezzanotte" probabilmente non avrei dato tante altre occasioni a Zafón.
Se non ricordo male, il nome del personaggio è Nuria se intende la figlia di Isaac, il custode del Cimitero dei Libri Dimenticati.
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Ho letto questo libro con delle aspettative. Sono stato però piuttosto deluso perché mi è parso un testo essenzialmente commerciale, con una storia ben architettata, ma solo qua e là vi ho riscontrato qualche momento riuscito a livello letterario, come la rappresentazione di una Barcellona uggiosa e tutt'altro che 'da cartolina' , oppure l'insondabile figura femminile di Nurca (?, mi pare sia questo il nome).