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Total Khéops
“Questa era la storia di Marsiglia. La sua eternità. Un’utopia. L’unica utopia del mondo. Un luogo dove chiunque, di qualsiasi colore, poteva scendere da una barca o da un treno, con la valigia in mano, senza un soldo in tasca, e mescolarsi al flusso degli altri. Una città dove, appena posato il piede a terra, quella persona poteva dire: “Ci sono. È casa mia”. Marsiglia appartiene a chi ci vive”.
Izzo ambienta la storia nella sua Marsiglia, una città di porto che come tale non ospita solo i marsigliesi, ma anche una gran quantità d’immigrati. Se all’inizio la compresenza di queste varietà era un valore aggiunto per la città, ultimamente la situazione non è più tale:
“I francesi, il pane fresco, se l’erano mangiato tutto negli anni Settanta. E il pane secco volevano mangiarselo da soli. Non volevano che gliene venisse rubata neppure una briciola. Gli arabi, ecco cosa facevano, rubavano la miseria dai nostri piatti”.
Fra gli immigrati troviamo Ugo, Manu e Fabio, tutti innamorati della stessa donna, Lole. Dopo una grande amicizia, ognuno segue la propria strada, chi all’interno della delinquenza e chi come Fabio Montale nella giustizia, diventando poliziotto. Ma ora del trio è rimasto solo Fabio, e due cadaveri a cui rendere onore.
Quello che l’agente Montale ancora non sa, è il totale casino in cui si troverà a navigare perché sia fra i buoni sia fra i cattivi..non è ben visto.
Izzo inizia la sua trilogia con un libro malinconico, spietato ma non crudo. Si sente l’amore per la sua città, così ricca e così povera. Una città il cui fascino è proprio legato alla sua incongruenza. Se il contenuto non è certo di altissimo livello, molto buono invece è lo stile che pur presentandosi poco accattivante, porta comunque il lettore a non abbandonare la lettura. Buono il primo, a breve gli altri.
Buona lettura!
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