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L'eterno e silenzioso dualismo dell'anima
Che l'uomo sia un essere strambo, carico di sfaccettature che il più delle volte risultano oscure anche a sé stesso, è un fatto risaputo.
Robert Louis Stevenson, con questa sua opera che é senz'altro una di quelle più celebri, mette in risalto la dualità dell'essere umano nel suo contesto più delicato, quello che vede contrapporsi bene e male.
Non mi stancherò mai di dirlo, un'opera, un personaggio, una vicenda, non passano alla storia per puro caso, ed è stato così anche per il curioso dottor Jekyll e per la sua controparte. E dire che questa storia è stata scritta in fretta e furia, per un bisogno impellente dell'autore di ricevere denaro, venduta al modico prezzo di uno scellino.
Ma non è così che sono nati tanti capolavori?
Quello che ci attraversa la mente ogni giorno non è certo un esempio di coerenza. Una moltitudine di pensieri, spesso contrastanti, affollano ogni giorno il nostro cervello. Eppure siamo abituati a considerare noi stessi come un individuo unico. Da cosa scaturisce, allora, una così consistente varietà di pensieri?
È questo, bene o male, l'interrogativo che tormenta il dottor Henry Jekyll, domanda alla quale il medico non sa che dare una risposta: un singolo uomo racchiude in sé due personalità agli antipodi, e ciò che il mondo può osservare all'esterno non è che la mescolanza di queste ultime. Isolare l'una dall'altra e l'obiettivo che il dottore si pone, ma il dilemma sta nella scelta: meglio il bene o il male assoluto? La scelta non è così facile come può sembrare e non è detto nemmeno che possa esserci. Il dottor Jekyll infatti, una scelta non l'ha avuta, e il risultato è stato il disgustoso signor Hyde, la parte peggiore di sé, che si è gradualmente impossessata del palcoscenico della sua vita, con conseguenze disastrose.
Un'opera piacevolissima da leggere, ricca di tensione e che lascia spunti per riflettere sull'argomento che da sempre ci affligge è sempre lo farà: noi stessi.
"[...] per singolari che fossero le circostanze, i termini del dilemma erano dunque banali e antichi quanto l'uomo: ogni tremante peccatore, nell'ora della tentazione, si trova di fronte alle stesse lusinghe come alle stesse paure, e sono poi sempre queste a gettare i dadi per lui. Ciò che del resto m'accadde, come quasi sempre accade, fu di scegliere la strada migliore, ma senza poi avere la forza di restarvi."
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Vale.
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Mi ha incuriosito l'accostamento... Conan Doyle?!