Dettagli Recensione
Una partita a scacchi con troppe pedine
Capitoli corti, periodi brevi, cambi di punti di vista nella narrazione, che è secca, veloce, ritmica. E’ questo l’inconfondibile stile deaveriano. In questo suo thriller introduce anche elementi nuovi, che non ho però particolarmente apprezzato: in particolare, alla coppia Rhyme-Sachs, che è ormai consolidata, ha aggiunto una tirocinante, altrettanto arguta, ma è un personaggio a mio avviso non particolarmente riuscito e comunque non ben inserito nel gruppo; ha inoltre voluto creare una sorta di empatia con il killer, il guardiano del popolo, costruendola in modi diversificati nel corso dello sviluppo della storia e sottolineando quante facce può avere il male; e nella stessa storia ha inserito storie parallele che un po’ l’hanno rallentata, che sicuramente hanno tolto la concentrazione del lettore spezzando la magia del ritmo che di solito questo autore riesce a creare. Sul canovaccio della storia principale nulla da dire, originale, come sempre, con colpi di scena, come sempre. Dalla visione d’insieme colpisce sempre tanto la sua creatività ed il suo dinamismo. Ma in questa partita a scacchi si è arrivati allo scacco matto un po’ più faticosamente rispetto alle puntate precedenti. Secondo me c’erano un po’ troppe pedine sulla scacchiera.