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Dio di illusioni
 
Dio di illusioni 2016-08-24 07:52:08 lapis
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
lapis Opinione inserita da lapis    24 Agosto, 2016
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Il fascino di un romanzo d’altri tempi

Questo romanzo ha un sapore davvero speciale, un gusto che rimanda a scritti di altri tempi. Quello della dedizione necessaria per ideare un progetto così ampio e ambizioso. Quello della cura con cui è stato cesellato ogni dettaglio, ogni citazione e ogni sottotrama, e incastonato in una storia articolata e complessa. Quello della passione con cui sono stati delineati i personaggi - reali, intensi, sfaccettati. Tutto ciò rivela una maturità stilistica e narrativa davvero sorprendenti per un romanzo d’esordio, anche se l’esordio è, in questo caso, quello della ventottenne Donna Tartt, futura vincitrice del premio Pulitzer. E meraviglia ancor di più se raffrontato ai tanti scritti che ultimamente affollano le librerie: esili storie di una manciata di pagine che sembrano riprodursi via copia carbone per fini prettamente commerciali.

La narrazione ruota attorno a un gruppo di cinque studenti in un elegante college del Vermont, la selezionatissima classe dell’ellenista Julian Morrow, promotore di un proprio ideale estetico ed elitario di cultura. Sono giovani ricchi, bellissimi e straordinariamente competenti, avvolti da un’aura di fascino e legati da un’inseparabile amicizia. E’ facile immaginare l’attrazione che suscitano sul giovane Richard, voce narrante, appena arrivato da una misera e squallida cittadina dell’entroterra californiano. Per lui essere ammesso a questa casta significa poter accedere a un mondo di complicità e bellezza finora soltanto sognato. Ma spesso le superfici scintillanti sono solo un’illusione sotto cui si cela qualcosa di terrificante.

E così il desiderio di distinguersi si trasforma nell’ossessione di essere diversi, migliori, onnipotenti. Di potersi sganciare dai meccanismi che regolano il presente, dalle regole del campus e dalla morale collettiva. Di poter ricreare quel mondo classico che tanto li affascina, inseguendo la terrificante promessa dell’estasi dionisiaca e della perdita del controllo di sé, dandosi a alcool, droghe, orge. Di poter perseguire ogni proprio desiderio, ogni personale capriccio, fino al punto di decidere della vita e della morte. Ma l’omicidio, annunciato fin dalla prima pagina di questa sorta di memoriale, rappresenterà il baratro oltre il quale non è più possibile tornare indietro e che porterà alla luce tutti gli inganni: vittime e carnefici, bellezza e depravazione, amicizia ed egoismi, verità e apparenze.

Donna Tartt ci accompagna, con la sua prosa limpida ed elegante, in un viaggio profondo e complesso nei meandri del male: le giustificazioni e le dinamiche che ne sono alla base, il peso della colpa o della sua mancanza, e, soprattutto, le inevitabili conseguenze psicologiche che vanno a sgretolare il mondo dei protagonisti. Un tema di sicuro già incontrato in letteratura ma che trova in questo romanzo riflessioni profonde e certamente ancora attualissime.

“Alcune cose sono troppo terribili per entrare a far parte di noi a primo impatto. Altre contengono una tale carica di orrore che mai entreranno dentro di noi. Solamente più tardi nella solitudine, nella memoria, giunge la comprensione: quando le ceneri sono fredde, la gente in lutto è andata via; quando ci si guarda intorno e ci si ritrova in un mondo completamente diverso”.

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Commenti

5 risultati - visualizzati 1 - 5
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Interessante anche il tuo punto di vista, Manuela. Noto una certa unanimità di giudizio nello stile e pareri discordanti su contenuto e piacevolezza fra gli utenti del sito. Vedremo... Ciao
68
24 Agosto, 2016
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Ciao Manuela, di questo testo d' esordio dell' autrice ho apprezzato la buona costruzione d' insieme, la fluidità' narrativa, ho trovato la prima parte più' coinvolgente della seconda, un poco statica, ed ho amato la bellezza ed il fascino del dionisiaco! Bel commento
In risposta ad un precedente commento
lapis
28 Agosto, 2016
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Ciao Laura, ho apprezzato molto questo romanzo ma, in tutta onestà, non ho assegnato il massimo dei voti perché non ho trovato quel coinvolgimento emotivo che, in un testo così corposo e complesso, mi sarei aspettata. La Tartt e' comunque una narratrice di sicuro valore. Grazie mille per il commento!
Mi sa che ne rimanderò la lettura. Grazie Manuela.
In risposta ad un precedente commento
lapis
28 Agosto, 2016
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Grazie Gianni! Io ho apprezzato molto la complessità e l'intensità di questa storia e, soprattutto, dei personaggi ma sono d'accordo con te, la narrazione non è uniformemente coinvolgente.
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