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Tessie e Tessa
Tessie non è più solo una ragazza di sedici anni con i capelli rossi e un promettente futuro nell’atletica. Un giorno le ha cambiato la vita trasformandola in una “Susan dagli occhi neri”, la Susan miracolosamente sopravvissuta ad un serial killer, la Susan ritrovata in un campo di margherite gialle sepolta sotto un mucchio di ossa, la Susan su cui sono puntati i riflettori dei media, della macchina della giustizia e della psicologia, in attesa che parli, che racconti la verità. Ma la sua mente sembra essersi chiusa e aver cancellato tutto di quelle ore, persino il volto dell’assassino.
Tessa è ora una donna, un’artista, una mamma. Ma è ancora anche quella ragazzina che non vuole ricordare e che da allora deve convivere con una cicatrice a mezzaluna, con terribili paure e con le voci di quelle ossa che tornano ad affollarle la mente per dirle qualcosa che non riesce o non vuole sentire. Ma il pensiero più logorante è continuare a chiedersi se quell’uomo che vive da vent’anni nel braccio della morte e sta per essere giustiziato, sia davvero il colpevole. O solo un uomo vittima del pregiudizio per il suo colore e il suo passato, che quella ragazzina avrebbe potuto salvare. Perché, altrimenti, chi continua a piantare margherite gialle sotto la sua finestra? E Tessa decide allora di aiutare un intraprendente avvocato e una validissima antropologa forense nel provare a scoprirlo.
Una narrazione a cavallo tra passato e presente ci accompagna in una storia tanto suggestiva quanto oscura, che sembra avvolta da una coltre di nebbia a sfumarne i contorni e le forme. Perché né Tessie né Tessa possono raccontarci la verità ma solo frammenti di ricordi, paure, suggestioni velate dall’interrogativo dell’incertezza.
Difficile definire questo romanzo un thriller perché il ritmo non è quello serrato che caratterizza una corsa investigativa e non vi è nemmeno una vera e propria indagine fatta di indizi, interrogatori, analisi. Al contrario, le pagine scorrono con esasperante lentezza, avvolte nell’atmosfera cupa ed evanescente della mente di Tessa, in un complesso percorso introspettivo alla ricerca di significati nascosti tra voci, emozioni e ricordi. Solo il finale, nella sua corsa contro il tempo, ci regalerà un’escalation di tensione e adrenalina fino al “coup de theatre” finale.
La trama e la cifra narrativa sono sicuramente originali e valgono la lettura, pur riscontrando una certa difficoltà nel mantenere desta l’attenzione del lettore nelle continue divagazioni e, soprattutto, una certa mancanza di empatia con il personaggio principale che, pur essendo sempre al centro della scena, rimane distante, avvolto nella sua nebbia di suggestione e mistero. Molti, inoltre, i personaggi a contorno che avrebbero meritato un maggiore sviluppo, non solo perché avrebbero forse dato una marcia in più alla storia, ma anche offerto un aiuto nell’entrare in sintonia e comprendere la protagonista.
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Commenti
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Grazie del commento!
Ciao, Manu
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