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In fuga per la salvezza con lieto fine.
Un romanzo diverso dalle complicate trame cui ci ha abituato il bravissimo Jo Nesbo. Siamo in una landa desolata, al nord della Norvegia, un clima ed un’atmosfera surreali, caratterizzati dal fenomeno astronomico del sole di mezzanotte: il sole si posiziona sull’orizzonte, e rimane così per periodi anche di sei mesi. Sullo sfondo della narrazione, un paese, Kasund (in realtà poche case e una chiesa), un paese che sembra abbandonato, pochi abitanti aderenti a sette religiose cristiane di varia origine, timorate di Dio e timorose del fuoco dell’inferno. Quale posto migliore per nascondersi, far perdere le proprie tracce ? E così, sfuggendo a un pericoloso boss trafficante di droga che lo vuole morto per un imperdonabile sgarro, in questa landa desolata arriva un singolare personaggio: dice di chiamarsi Ulf, cerca un rifugio sicuro, lo trova in un capanno abbandonato nei boschi. La gente del posto è schiva, i rapporti sono difficili, il nuovo arrivato è considerato un estraneo da tenere alla larga, e, contemporaneamente, da convertire alla fede, cercando di avviarlo alla frequentazione delle cerimonie religiose. Ad un tratto il romanzo s’impenna: i cattivi scoprono il rifugio del sedicente Ulf, una renna lo salva tramite un incredibile stratagemma, sboccia l’amore con una pia vedova del posto. Come è notorio, l’amore trionfa (quasi) sempre, il finale è edificante e largamente prevedibile. E’ un romanzo di buoni sentimenti che si trascina un po’ stancamente verso un finale annunciato: per i lettori abituali di Nesbo, una trama diversa dal consueto, un nuovo aspetto del prolifico scrittore. Da leggere comunque, anche per la singolare e suggestiva ambientazione.