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Scelta di Hobson
In questo secondo episodio della serie incentrata sul protagonista Neal Carey, il camaleontico ventiquattrenne non si è ancora ripreso dagli strascichi della prima indagine e trascorre le proprie giornate esiliato dal resto del mondo in un cottage nello Yorkshire, immerso tra letteratura ottocentesca e generose dosi di whisky.
Il riposo forzato termina con la visita di Joe Graham, un metro e sessantadue centimetri di cattiveria e astuzia. L’uomo che ha cresciuto Neal fin da adolescente, da quando suo padre era scomparso e la madre faceva la prostituta, insegnandogli come pedinare una persona, come entrare e uscire da un appartamento, come avere rispetto per se stesso. Un’enciclopedia vivente dell'investigatore privato.
Stavolta il compito di Neal è quello di ritrovare un biochimico esperto in fertilizzanti, il dottor Pendleton, scomparso dopo aver partecipato ad un convegno alla Stanford University in compagnia di una seducente donna cinese.
La saga prosegue con un episodio che conferma i pregi ed i limiti riscontrati nel precedente capitolo, “London Underground “. Un noir eccessivamente spettacolarizzato ed ingarbugliato, ma capace di divertire con un protagonista empatico, una buona dose di ironia e scenari esotici ed evocativi.
Stavolta l’ambientazione, come è facilmente intuibile dal titolo, è la Cina della fine degli anni '70. Un popolo alla ricerca della propria identità economica, dopo che nei decenni precedenti si sono succeduti il fallimento del grande balzo in avanti ideato da Mao dal 1958 al 1961, la rivoluzione culturale lanciata nel 1966, l’ascesa al potere di Hua Guofeng che sarebbe terminata nel 1981 con l’avvento del riformista Deng Xiaoping.
La parte riguardante la cultura cinese mi ha ricordato i tipici approfondimenti di un altro scrittore, Qiu Xiaolong, creatore della fortunata serie dell'Ispettore Capo Chen, anche se le precisazioni socio-culturali del nativo di Shanghai sono ben più puntuali, precise e dettagliate.
In definitiva le indagini di Neal Carey, racchiuse in cinque romanzi pubblicati dal 1991 al 1996, alternano qualità e difetti tipici di uno scrittore esordiente che, nel corso degli anni, è diventato uno dei migliori esponenti del genere poliziesco contemporaneo con titoli come “L’inverno di Frankie Machine”, “Il potere del cane”, “Il cartello”.
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