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Lotta per la "normalità"
L'agente speciale Will Trent, che non conoscevo, ma mi dicono si sia già occupato di un'indagine tra le pagine di un altro romanzo, viene chiamato sulla scena di un crimine. Il reato è stato commesso nella zona più elegante di Atlanta e il fatto è di quelli che faranno girare a pieno ritmo le rotative delle riviste scandalistiche. Una ricca signora rientrando in casa trova la figlia morta ed uccide, strangolandolo, il suo assassino. Caso semplice, già praticamente risolto dalla polizia statale. In realtà basta un rapido sguardo ai corpi ed agli indizi, per dare a Trent una diversa visione delle cose. In tanto la ragazza morta non è chi si pensa, il presunto assassino in realtà stava cercando di proteggerla ed infine è in corso un rapimento. Le indagini, quindi prendono la rincorsa alla ricerca di rapitore e luogo di detenzione della ragazza. Affiancato da una restia collega Trent si introduce nel mondo universitario e liceale di Atlanta, scavando nel passato delle vittime. Piano piano vengono a galla indizi e segrti nascosti sia delle persone su cui si scava che degli stessi investigatori. Primo fra tutti quello che riguarda le difficoltà di Trent con la lettura. Praticamente analfabeta a causa di una sorta di dislessia l'investigatore ha dovuto inventarsi dei trucchi per bypassare questo ostacolo, raggiungere i suoi obiettivi, ma soprattutto nascondere ai colleghi la sua infermità. Ho trovato, poco credibile, ma molto interessante l'idea che si possa avere una vita lavorativa praticamente normale, pur dovendo combattere con un problema di questo tipo. Incoraggainte per chi ci si trova in mezzo, ma temo più difficile da nascondere di quanto ci voglia far credere l'autrice. Noiosi e ripetitivi, poi i continui sensi di colpa dei due investigatori per ogni errore fatto durante le indagini. Dai su, meno piagnistei e più azione.
Per quanto riguarda la costruzione del giallo, trovo sia ben fatta, abbastanza realistica, capace di sollevare suspence. Niente di che il finale, che sembra buttato lì ricorrendo ad un'idea banale quanto quelle originali erano state tutte utilizzate.
Modo di scrivere chiaro, scorrevole, con personaggi ben differenziati e diversi tra di loro che riescono a fidelizzare il lettore fino alla conclusione.