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Il ladro di Maigret
 
Il ladro di Maigret 2016-07-23 07:54:04 Renzo Montagnoli
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    23 Luglio, 2016
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Un borsaiolo, una mattina

Che un giovane sottragga sull’autobus il portafoglio a Maigret é già di per sé una di quelle notizie che possono definirsi sorprendenti, ma che poi il ladro lo restituisca al legittimo proprietario senza trattenere nemmeno un centesimo è un fatto eclatante, tanto più che il reo fa di tutto per incontrarsi con il celebre commissario. Il ladro di Maigret è uno degli ultimi romanzi della serie e si nota chiaramente quanto Simenon faccia per destare l’interesse del lettore, interesse che con il tempo va naturalmente affievolendosi. Abbandonate le tetre periferie parigine, messi in disparte gli ambienti di provincia, questa volta l’indagine, perché di indagine si tratta, non tanto per il furto, ma per il fatto che la consorte del ladro viene rinvenuta assassinata, si svolge nell’ambiente del cinema che potremmo definire underground. É un mondo popolato di giovani in cerca del facile successo, quasi sempre squattrinati e che vivono alla giornata, ruotando intorno alla figura di un ricco produttore. Come in tanti romanzi di Simenon si tratta di mezze calzette, di individui che sognano un luminoso avvenire come fosse cosa facile da realizzarsi, spesso guidati da una vanità smisurata che si infrange quasi sempre contro una realtà che si ostinano a non vedere.
Si tratta di individui di una generazione che pare lontana anni luce da quella di Maigret, che procede nell’inchiesta un po’ a tentoni, cercando di comprendere la psicologia dei possibili indiziati. Se devo essere sincero, Simenon non sembra a suo agio con questi personaggi, anche se è possibile riscontrare le notorie capacità di descrivere un ambiente e di analizzare attentamente il carattere dei protagonisti. Ne sortisce un romanzo giallo privo di tensione, con una soluzione certamente logica, anche se poco probabile; é come se affiorasse, dopo tanto scrivere, un po’ di stanchezza, anche se la lettura continua a essere piacevole, senza tuttavia risultare particolarmente avvincente.

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I romanzi di Georges Simenon
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