Dettagli Recensione
Repetita non semper iuvant
Mi ha disturbato questa lettura, perché è incentrata su efferati attacchi terroristici fatti in Norvegia e trovarmi tra le mani questa storia, proprio in questa settimana, mi ha scosso. La storia non è ben costruita, è popolata di personaggi le cui vicende si intrecciano, ma si perde molto facilmente il filo. La parte più interessante è quella che ruota attorno alla protagonista, Hanne, che è una donna difficile ed ostinata, un’eccellenza lavorativa, che ora, a causa di un brutto incidente, è costretta su una sedia a rotelle, si sente diversa e, siccome essere diversi è parecchio difficile, si è autoimposta un isolamento che è un’autotutela. Legge e si mantiene informata grazie alla rete; Internet è il suo periscopio perché lei vede il mondo senza che il mondo veda lei. In questa storia riprende a lavorare a distanza, occupandosi di cold case, che si affiancano agli attacchi terroristici di bruciante attualità. Tutta la parte psicologica che sta alle spalle di ciò che ruota attorno ad Hanne è stata per me la parte più interessante. Per il resto la storia non è delle migliori, anzi, vi ho ritrovato elementi già letti in altri libri della stessa autrice che mi hanno dato l’impressione che la scrittrice fosse un po’ a corto di idee. Non ho ritrovato un medesimo personaggio, visto, nel tempo, in storie diverse, con una crescita del personaggio, con elementi fissi in contesti diversi e con un senso di continuità, come è usuale nelle serie degli scrittori di gialli. Ho ritrovato un personaggio già conosciuto, che, in un libro successivo ai precedenti, non è cresciuto, ho trovato una storia con particolari già presenti in storie precedenti ed è stata forte la sensazione che la scrittrice abbia un po’ come copiato se stessa. Cose che non viene mai bene come la prima volta. Chiudendo il libro, il pensiero è andato al giorno più francese di tutti i giorni francesi. Del resto della storia mi rimarrà poco.
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