Dettagli Recensione
Un romanzo a metà
Su internet ho letto le pubblicità promozionali che descrivevano il romanzo come "Avvincente come Jo Nesbø ed emozionante come Camilla Läckberg". Per puro caso sono due dei miei autori preferiti per questo genere.
A mio parere il paragone è molto azzardato perché Eric Rickstad è ben lontano dallo stile narrativo dei due. Tuttavia la trama è originale e intrigante ma lo stile un po' lento e macchinoso non mi ha coinvolto del tutto. Mi è piaciuta la particolare attenzione che l'autore ha avuto nei confronti di Frank Rath, personaggio principale, poiché è stato ben caratterizzato e va oltre lo stereotipo dell'investigatore dal fisico perfetto, anzi lui, spesso afflitto da dolori ai quali ripensa di tanto in tanto, e tutto ciò mi è sembrato molto realistico. C'è da dire che il passato tormentato di Frank, che ritorna a galla e i colpi di scena molto forzati, sono un film già visto – anzi un libro già letto – mi ha dato l'idea che l'autore non abbia trovato nulla di più originale.
Questi contrasti dati da una buona idea principale e uno stile incerto fanno perdere quel pathos che ci si aspetta in questi romanzi.