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China Doll
Neal Carey avrebbe continuato, e più che volentieri, a trascorrere la sue giornate nella brughiera, luogo dove lo avevamo lasciato a conclusione del primo capitolo delle sue avventure. Peccato che “Gli amici di Famiglia” abbiano ritenuto più che sufficiente il suo periodo di esilio, di riposo forzato. Ecco perché quando il suo “papà” Joe Graham si presenta innanzi alla sua porta invitandolo ad assumere un nuovo incarico apparentemente semplicissimo, sa di essere in grossi guai. I suoi, non sono mai banali ed ordinari casi. Sostanzialmente il suo compito sarebbe dovuto consistere nel tornare negli States, rintracciare il Dottor Pendleton, convincerlo a ricominciare le sue ricerche per l'AgriTech e liberarsi, con una congrua somma di denaro, di Li Lan, la femme orientale che ne ha catturato il cuore inducendolo ad abbandonare i suoi studi. Ma scovata la coppia, Neal si rende immediatamente conto che qualcosa non va e che la ricostruzione che gli è stata offerta fa acqua sotto diversi aspetti. I due, a seguito di un avvenimento sono costretti a fuggire, e Carey, preso dal mistero da dipanare e dalla donna, non abbandona la pista.
La scena muta. Siamo in Cina, la Cina del dopo Mao, la Cina del post rivoluzione culturale, la Cina del proibizionismo, la Cina che sta cercando il suo posto nel Mondo, la sua rinascita, se così vogliamo forse anche impropriamente dire, la Cina dei giochi di potere. E' un territorio caratterizzato da povertà, da ristrettezze, da sofferenza, è un paese piegato dalle sue stesse regole e dove a pagarne le conseguenze non sono altro che i suoi stessi abitanti.
Li Lan non è inoltre chi vuol far credere di essere. Ella è infatti una China Doll, ovvero una spia incaricata di far “cambiare bandiera” allo scienziato, una donna dai mille caratteri e dai molteplici stratagemmi. Ciononostante le avventure del nostro Neal non si esauriscono con questa scoperta, nuovamente la trama si complica aprendosi su uno scenario di droga, sotterfugi, arrivismi e bramosia di potere.
Un secondo capitolo, questo di Don Winslow, che ricalca in parte quanto già appreso nel primo episodio della saga ma che al tempo stesso se ne distacca offrendo al lettore un disegno narrativo non solo solido ma anche un protagonista più umano perché messo a nudo delle (e dalle) sue paure.
La peculiarità dello scritto è l'ambientazione. L'autore offre un quadro ben preciso di quella che è stata la realtà comunista cinese, descrive in modo chiaro ed inequivocabile gli aspetti più duri di una miseria che spesso tendiamo a dimenticare, offre, in sostanza, una panoramica adatta per comprendere quelle che sono state le evoluzioni di questo stato.