Dettagli Recensione
Viaggio parallelo alla ricerca della verità'...
Atmosfere cupe e spettrali inserite in nevosi paesaggi nordici, personaggi eccentrici e misteriosi, reali o solo immaginati, un viaggio funesto in attesa della verità', caratterizzano questo noir di Simenon pubblicato negli anni '30.
Il Polarlys e' una nave che trasporta merci e passeggeri; non ha niente di prestigioso, puzza di merluzzo ed ha il ponte sempre ingombro di merce. Partendo da Amburgo, costeggia il litorale norvegese e attracca in piccoli porti.
Il suo equipaggio è' capitanato da Petersen, uomo energico, tarchiato, robusto, con occhi da vecchio marinaio, scrutanti l' orizzonte con il sentore che, sin dall' inizio, qualcosa non va, e che uno strano " malocchio " si sia depositato sulla nave già prima di salpare.
E poi c'è quel nuovo assunto, come terzo ufficiale, un giovane ragazzo olandese appena diplomato, esangue, magro, emozionato ed inesperto.
E quello strano tipo, rosso di capelli, alto, vigoroso, uno scansafatiche, ex galeotto, che si comporta come se fosse a casa sua, ingaggiato all' ultimo momento come carbonaio.
E che dire dei quattro passeggeri. Una lei, strana " figurina ", esile, nervosa, sensuale, curatissima, piuttosto egocentrica e disinvolta. Dei tre uomini uno è' un passeggero fantasma, di cui non restano che i bagagli, gli altri sono un uomo d' affari sempre in viaggio ed un misterioso giovanotto alto, rapato a zero, con un paio di occhiali dalle lenti spesse.
La nave salpa, il thriller ha inizio e scorre parallelo al viaggio, addentrandosi in un progressivo peggioramento metereologico ed in una tempesta di neve proprio come il misterioso ed intricato omicidio che avverrà a bordo e collegato ad un altro assassinio di un recente passato.
Il capitano Petersen scruta, si interroga, cerca di capire e chiarire, a sua volta protagonista, ma anche defilato, spettatore di vicende nebulose e frammentarie. È' il nostro Virgilio, profondo conoscitore dei misteri del mare e dell' animo umano.
Reale e immaginario, verita' o recita, personaggi autentici o maschere artefatte, costruiscono un intrigo che scorre velocemente, e si avvale di tutti i tratti tipici del noir.
Pochi tocchi, d' autore, indagine psicologica, cura del particolare, dialoghi che sottendono altro, e quell' atmosfera spettrale che accompagna il Polarlys tra i fiordi norvegesi e l' estremo nord dell' Europa, in un paesaggio prevalentemente nebbioso, notturno, incerto, cupo, progressivamente glaciale, ostile, come la storia in essere.
Le sensazioni vissute durante il nostro personale viaggio di lettori esprimono smarrimento, incubi ricorrenti, un grigio funereo, personaggi che svaniscono improvvisamente, non sono mai esistiti o si presentano come altro da se'.
Tutto muta, costantemente, persino la nave non è più la stessa, è cambiata, nell' oscurità sembra una nube fosforescente, e, come lo svolgimento della trama, appare tetra ed inquietante.
I personaggi sono maschere trasfigurate ed in balia degli eventi, fortemente caratterizzati, con pochi tocchi che ne mostrano l' essenza. Entrano ed escono da una scena spoglia, grigia, desolata.
Mirabile la figura di Katia Storm, circondata da un alone di voluttuosita', persino nella paura, difficilmente conciliabile con quella sua aria infantile, e che finirà' per cedere, travolta dal corso degli eventi, senza più un' ombra di civetteria e di femminilità.
I dialoghi sono fitti, diretti, essenziali, le parole dosate, scarne, gli odori ed i profumi forti, impetuosi, caldi, espressione di caratteri e sentimenti.
Come sempre, con pochi tocchi, Simenon trascina il lettore in un vortice di partecipazione emozionale, delineando linee e tratti che entrano nella storia e nella vita dei protagonisti accompagnati da un paesaggio vivo e furente e da quella nave che pare un fantasma viaggiante.
A volte sembra di essersi calati in un sogno, più spesso in un incubo, o ci si ritrova fermi, in attesa, mentre una folla di immagini evocative si susseguono e scorrono sul volto dei protagonisti, il cui sguardo errante ci mostra un sorriso un po' triste ed un po' forzato a scrutare l' orizzonte.
Quando Il caso è risolto rimane comunque una certa inquietudine e sospensione, la fine del viaggio del Polarlys coincide con la verità accertata, ma un velo melanconico copre immagini e ricordi, che si susseguono a singhiozzo, insieme ad un' aura di vaghezza e mistero, ad una narrazione in bilico tra incertezza emozionale e tensione letteraria, come solo i grandi narratori sanno esprimere.
I