Dettagli Recensione
Fantastici ed allucinanti terrori degli undici ann
Sprofondare in tutti i fantastici ed allucinanti terrori degli undici anni.
Terre Desolate, Stephen King, 1991.
Terzo episodio del Ciclo della Torre Nera e finalmente si assisterà al ricongiungimento del ka-tet, il gruppo di affini che dovrà compiere l’impresa.
Un compagnonnage come nella migliore tradizione dei cavalieri medievali. («Noi siamo un ka-tet», cominciò Roland, «che significa un gruppo di persone legate insieme dal destino. I filosofi della mia terra dicono che un ka-tet può essere spezzato solo dalla morte o dal tradimento. Cort, il mio grande istruttore, sostiene che siccome anche morte e tradimento sono sui raggi della ruota del ka, un legame come questo non può mai essere spezzato. Con il passare degli anni, mi avvicino sempre di più anch'io all'opinione di Cort.» Ora ditemi se non è una chanson de geste. Soltanto non noiosa). Assoluto protagonista è l’ultimo cavaliere, Roland, che addestra ed istruisce i suoi scudieri, («Terrore e panico abbandonarono all'improvviso Eddie. Su di lui cadde il mantello della freddezza, una cappa che Roland di Gilead aveva indossato più di una volta. Era l'unica armatura che possedesse il vero pistolero... e la sola di cui avesse bisogno») naufraga sull’orlo della pazzia per un paradosso temporale da lui stesso creato e – alla fine – recupera anche l’ultimo membro della sua tavola rotonda.
E le prove che il piccolo gruppo si trova a fronteggiare sono tremende.
Prove esterne (il cyber-orso Shardik, l’Uomo-casa, il demone custode del Cerchio Parlante, il “trenino” Blaine, la città di Lud, il ripugnante Gasher, l’Uomo Tick-Tock – che credo che avremo ancora il dispiacere di incontrare - etc) e prove interiori, particolarmente ardue soprattutto per Eddie, che finalmente si libererà (speriamo per sempre) dall’influenza distruttiva del fratello Henry.
Il libro è un lungo viaggio attraverso le Terre Desolate di Eliottiana memoria; desolate da una qualche catastrofe a cui si fanno continui riferimenti, ma che ancora non viene affrontata nel suo orrore.
Il mondo è andato avanti, si dice spesso e questo aumenta lo sgomento e la curiosità di lettori e personaggi (solo Roland conosce parte della verità: «Per ogni cosa che so, ce ne sono cento che non so. È un fatto che voi due dovrete imparare ad accettare. Il mondo è andato avanti, diciamo noi.»). Il viaggio regala scorci di abbandono, aberrazione, orrore e – qualche volta – dignità.
King in stato di grazia crea scenari di rara potenza evocativa e fantastica. Da restare a bocca aperta e chiedersi, attoniti “ma come avrà fatto a pensare a questo?”, non sono tanti i libri che mi hanno fatto questo effetto. La Divina Commedia, Cent’Anni di Solitudine, Moby Dick, i racconti di Borges, Dance Dance Dance… La sequenza dell’Uomo-casa è terrore puro, è il capitolo successivo dell’Incubo di Hill House della Jackson e rivaleggia con l’amata “maestra”, così come è perfetta la descrizione del libro per bambini, dove i bambini ridono felici, ma forse urlano terrorizzati.
Non è che te lo racconta. Li vedi.
Ad un quarto de “La Sfera del Buio” (anche per me, come per Roland, la cosa più difficile è aspettare) e di quello che si annuncia come un lungo flask-back sul giovane pistolero (se Will Dearborn non è il giovane Roland, mi impegno solennemente a mangiarmi il cappello), mi sento di dire che, dall’inizio della Chiamata dei Tre, fin qui, King non ha sbagliato una virgola.
Grandioso.
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Commenti
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C'è sempre tanto da leggere... per fortuna!
(PS grazie mille, sei sempre gentile).
Ho aspettato ogni seguito con un aspettativa che non ho mai più avuto per nessun libro...
Anche io ho fatto parte di quel Ka-tet...
Purtroppo mi sono arenata dopo il primo volume che non mi aveva entusiasmato, ma da La Chiamata dei Tre sto "volando".
E hai proprio ragione, King è grande quando descrive i ka-tet, te ne fa sentire parte!
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Non conosco l'autore, dapprima per un pregiudizio come autore 'di genere' . Ora da più parti, ho capito che va oltre al 'noir' . C'è però sempre tanto da leggere...