Dettagli Recensione
La Slaughter diventa sempre più brava
L’americana Karin Slaughter, nata in Georgia nel 1971, è una famosa thrillerista che ha al suo attivo quaranta milioni di copie vendute e tradotte in 30 Paesi. E’ stata addirittura l’unica che ha vinto per ben quattro volte il prestigioso Crime Thriller Award e ogni sua uscita è un successo. “Quelle belle ragazze” edito nel 2016 da HarperCollins è una terribile storia di violenza sulle donne che appassiona e sconvolge, una storia piena di una paura oltre la quale regna il Male più assoluto, preceduta da un breve prequel intitolato “Capelli biondi, occhi azzurri” che farà capire più a fondo i personaggi coinvolti ma che non è indispensabile alla lettura del successivo.
Julia Carrol è scomparsa a soli diciassette anni, lasciando la sua famiglia nel dolore e nello sconvolgimento totale e provocando fratture apparentemente insanabili tra i suoi componenti. I suoi genitori si separano: Helen la madre, cerca di ricostruirsi una vita e sembra immersa in un mondo tutto suo annebbiato dall’alcool, Sam il padre, non si da pace e continua a cercare la sua piccola fosse anche solo per avere un corpo su cui piangere. Non smette di scrivere lettere alla figlia perduta ed è proprio da queste lettere piene di dolore e di sofferenza che conosceremo tanto della loro storia familiare. Claire e Lydia, le sorelle minori di Julia, si sono perse volutamente di vista. Sono passati quasi vent’anni quando un’altra ragazza viene rapita senza lasciare tracce. Lydia, con un passato da tossicomane, ora “pulita”, con una figlia che ama e un compagno che le vuole bene e Claire sposata con Paul, un uomo ricchissimo che la adora, anche lei in libertà vigilata per uno scatto d’ira che ha causato danni ad un’amica, non si parlano più da tantissimo tempo a causa di un’accusa reputata infondata che Lydia ha mosso in passato nei confronti del marito della sorella. Le due si incontrano sulla tomba di Paul, ucciso in un agguato davanti agli occhi della moglie e, nonostante le loro incomprensioni, continuano ad interrogarsi sulla fine della sorella maggiore perché non possono dar pace a quel dolore che ha disgregato la loro famiglia e i loro affetti più cari. Cosa è successo a Julia? E’ possibile che la scomparsa di un’altra ragazza, avvenuta con modalità identiche a quella di Julia, sia in qualche modo collegata ad essa anche se è passato tanto tempo? Le due sorelle scavano nelle loro vite, nei loro ricordi e nei tanti indizi strani e inaspettati che riescono a trovare fino a raggiungere le prove di una realtà agghiacciante, inimmaginabile, crudele e violenta che metterà a repentaglio le loro vite ma che non riuscirà a fermare la loro determinazione nel voler scoprire finalmente la verità. Solo allora potranno riprendere in mano la loro esistenza e provare a ricominciare.
Un bel thriller psicologico, non adatto a tutti per la crudezza delle scene spietate, di un orrore freddo e calcolato che si mostra davanti agli occhi del lettore catturandolo grazie ad uno stile diretto e cinematografico, privo di artifici di sorta, in un intreccio in cui il dolore della carne e quello dell’anima sono strazianti e indissolubili.