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UN "POLPETTONE" INDIGESTO
Gli ingredienti degni di Masterchef: distillato di Twin peaks, melensaggine stile Liala/serie Harmony, personaggi poco credibili e spesso irritanti, 31 gocce di “saggezza” discutibili, cerchi concentrici di ripetizioni asfissianti. Il tutto condito da una noia mortale. Genialità dell’autore e dei promoters ( o forse sarebbe meglio dire “furbizia) lanciare sul mercato un tale prodotto mediocre con un ben congegnato battage pubblicitario, al suono di piffero e grancassa. Ottimo per farne una fiction televisiva o, restando in tema culinario, una di quelle soap televisive che ormai ci ipnotizzano da anni e sembrano non avere mai fine e non richiedono sforzi nella capacità critica. D’altro canto, apprezzo l’onestà del giovane autore che, non proprio con sottintesi, si fa portavoce di una sottocultura ormai imperante, fatta di superficialità e che consente il divulgare di pseudo opere letterarie che arricchiscono non certo la mente ma le tasche di autori improvvisati e ciniche case editrici.
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