Dettagli Recensione
Perché sono sopravvissuto?
L’Incubo che occupa le pagine dell’ultimo romanzo di Wulf Dorn è quello di Simon, un adolescente che ha subito lo choc della perdita di entrambi i genitori in un tragico incidente d’auto.
Uno strano senso di rimorso (“Perché mi sono salvato? Mi sento colpevole”) si combina ad altre paure nel complicato profilo psicologico di Simon (“Forse dovrei lasciare il foglio bianco, pensò. Sarebbe stato il modo migliore per descrivere la sua paura del vuoto, dell’abbandono, della solitudine”), che – dopo la psicoterapia – deve affrontare nuovi, forzati cambiamenti imposti dalla sua condizione di orfano destinato al collegio (“Un’altra decisione che Tilia e Michael avevano preso a sua insaputa”), in una lotta nella quale è solo, tra tanti lupi, legato al fratello Michael (“ironico e insolente”), che sta per trasferirsi con la fidanzata, e con una sola amica: Caro…
Sarà anche per questo che un sogno ricorrente terrifica il giovane protagonista: una porta nel bosco… se riuscisse ad aprirla forse potrebbe vedere cosa nasconde…
“Pianse a lungo. Lasciò che tutto uscisse da lui, gli faceva bene. Intanto stringeva al petto il libro di fiabe.”
Il lupo della cover non assomiglia anche a un coccodrillo?
La lettura della realtà è sempre ambivalente.
L’attacco del romanzo è potente, la parte finale è sorprendente, forse intuibile da chi ha letto “La psichiatra”. Nel mezzo ci sta la foresta, un hotel abbandonato che riecheggia Shining, tanti sospetti e alcuni sospettati.
Giudizio finale: incatena, coinvolge, commuove con i due paragrafi finali.
Bruno Elpis