Dettagli Recensione
Diverso dal solito
La quarta avventura di Maigret è un giallo molto sui generis, risultando al tirar delle somme un dramma psicologico, non segnato da un particolare delitto su cui indagare, che si avvicina assai di più ai romanzi di Simenon senza il suo solito protagonista. Il commissario si muove, soprattutto all’estero, spinto da un misto di curiosità e senso di colpa in una trama che presenta più di un rammendo ed è qua e là appesantita da alcune ripetizioni, quasi che fosse necessario rimpolpare le comunque non numerose pagine: sull’altro piatto della bilancia sta invece un’accurata analisi ambientale e psicologica culminante nella lunga e bella scena conclusiva che conduce a una resa dei conti sempre a parole. Incuriosito dal suo comportamento, Maigret segue un tizio male in arnese fino a Brema, dove è involontaria causa del suo suicidio: all’obitorio incontra un belga che gli si appiccica con futili motivi e la circostanza lo insospettisce non poco. Visto che l’importuno è connazionale del defunto e che quest’ultimo pare essere stato un poveraccio che ha mollato moglie e figlio per la bottiglia, ma aveva pure il vizio di bruciare i soldi nella stufa, il poliziotto comincia a tirare le fila finché, pur con qualche blando rischio personale, riesce a radunare i vari personaggi incontrati in una vecchia e stravagante soffitta dove il cerchio si chiude e la qualità si impenna. La confessione incrociata varia di temperatura a secondo della psicologia del narratore svelando infine il mistero di cui al titolo che, per una non indifferente parte della vicenda, il lettore si chiede che cosa c’entri: nel contempo, l’autore tratteggia un bel ritratto di vita studentesca bohemienne in un ambiente che con ogni probabilità è stato il suo, vista l’ambientazione a Liegi, dove Simenon ha studiato, e la coincidenza dei tempi. Oltre alle istanze autobiografiche, lo scrittore non rinuncia alla descrizione dei contrasti sociali tra rappresentanti della borghesia e delle classi più umili riuscendo a dare lustro con gli ultimi, appassionati capitoli a un lavoro che prima dà a volte l’impressione di non sapere dove andare a parare.