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Abbiamo sempre vissuto nel castello
 
Abbiamo sempre vissuto nel castello 2016-05-17 14:13:02 Antonella76
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    17 Mag, 2016
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Eleganza e angoscia che ipnotizzano.



La sensazione che ho avuto, mentre leggevo questo libro, è quella che la Jackson, durante la sua stesura, avesse un sorriso sornione stampato sul viso...
Si percepisce sottotraccia un'ironia nera, un voler giocare con il concetto di "male" sparpagliandolo su tutti i personaggi di questa storia, tutti, nessuno escluso...riuscendo a farci smarrire, a confonderci, a farci perdere la capacità di schierarci con i "buoni", perché buoni qui non ce ne sono. O forse lo sono tutti.
Un castello, due sorelle e uno zio invalido.
Segregati e felici.
Padre, madre, fratellino e zia sono morti, tutti insieme, una sera a cena...avvelenati.
Un paese intero che manifesta il suo odio (e la sua curiosità) per gli abitanti superstiti del castello, dapprima con scherno e pettegolezzi, per poi sfociare in un'apoteosi di violenza senza senso.
Questi gli ingredienti di un racconto che ci giunge per voce di Mary Katherine, sorella minore, diciottenne, e ben presto ci rendiamo conto che la prospettiva che ci viene concessa è distorta, disturbata...in quanto frutto di una mente popolata dai suoi demoni, dai suoi riti scaramantici, dalle sue ossessioni.
E, in questa maniera, la Jackson riesce a creare un'atmosfera inquietante e psicotica, senza ricorrere a nessun artificio e nessun colpo di scena, anzi, rivelazioni importantissime e decisive alla comprensione del tutto, vengono "buttate là" con nonchalance, quasi per caso...con un'eleganza di stile fuori dal comune.
Il ritmo sommesso, la scrittura quasi monocorde, le continue ripetizioni di immagini e sensazioni, rendono il romanzo "ipnotico": sei lì che aspetti qualcosa che, già sai, non arriverà mai, ma non puoi fare a meno di stare ad aspettare.
E la mancanza di un vero finale non ti scalfisce minimamente, non ne hai bisogno, è già tutto lì, sotto i tuoi occhi.
Mi sono sentita stregata da questa storia, avevo come davanti agli occhi immagini in bianco e nero con protagonisti eleganti, cerimoniosi e dai sorrisi perfidi, bambine tutte pizzi e merletti e occhi pieni di cattiveria, servizi da tè, pipe e orologi da taschino dotati quasi di vita propria...(queste ovviamente sono le mie proiezioni generate dalla lettura).
Insomma niente di particolarmente impressionante eppure tremendamente claustrofobico e angosciante...perché il vero "male" è quello che abbiamo nella testa.
Di una cosa però sono certa...mai e poi mai punirò i miei figli mandandoli a letto senza cena.
Mai.

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