Dettagli Recensione
Il bacio d'alluminio
Ed eccoci qua, a recensire il nuovo romanzo di Jeffery Deaver che ha per protagonista il suo personaggio di punta, il criminologo tetraplegico Lincoln Rhyme, famoso per la sua avventura col collezionista di ossa.
Lo stile di Deaver è il solito: tiene il lettore sempre sul pezzo, lo incita a continuare la lettura, lo stupisce.
Ci riesce anche questa volta, anche se non con la potenza del passato; non riesce più a lasciarci di stucco, ad appassionarci irrefrenabilmente.
Non fraintendetemi, "Il bacio da acciaio" è un buon romanzo, ma è anche ben lontano dall'essere un capolavoro. Inizia a materializzarsi la paura che un capolavoro degno del "Il collezionista di ossa" non possa essere più partorito.
La storia è carina, ma non entusiasmante; i colpi di scena ci sono, ma non lasciano a bocca aperta (anzi, alcuni sanno tanto di una scopiazzatura di Deaver a sé stesso); i personaggi mai portati al limite, forse per non urtare i lettori più sensibili, ma questo può rivelarsi un'arma a doppio taglio.
In poche parole, serve un capitolo forte per portare aria fresca alla saga di Rhyme (visto che è chiaro che andrà avanti), ma di questo passo rischia di stufare anche chi, come me, lo adora. Anche se da questo siamo ancora lontani.
Rhyme si è ritirato dalle scene per fare l'insegnante: i sensi di colpa per un errore di valutazione che ha portato alla morte di un suo sospettato erano troppo per lui, e ha deciso di abbandonare. Amelia Sachs, sua partner nel lavoro e nella vita e completamente contraria a questa assurda scelta, si ritrova ad affrontare un pericoloso criminale soprannominato "Sosco 40". Ma stavolta non avrà il prezioso aiuto di Linc. L'assassino, uccide le sue vittime manomettendo via wireless tutti quegli oggetti "superflui" di cui l'uomo contemporaneo non può più fare a meno, e inizia la sua scia di morte aprendo il vano di una scala mobile e facendo precipitare un uomo negli ingranaggi, lasciandolo morire stritolato. Si firma "Il guardiano del Popolo", e sarà il nemico pubblico numero uno.
Sachs però, non sarà sola per molto; Rhyme si troverà costretto ad aiutarla, perchè la moglie dell'uomo precipitato negli ingranaggi è coinvolta in una causa civile in cui lui prende parte. Aiutato dalla sua nuova tirocinante, Juliette Archer, tetraplegica come lui, partirà per la consueta corsa contro il tempo, tipica delle sue indagini, ma decisamente più stanca rispetto al passato. Anche "L'ombra del collezionista" scorreva più veloce e la corsa verso l'assassino era asfissiante. In nostri protagonisti erano sempre a un passo dall'acciuffarlo e questo teneva il lettore sempre incollato alle pagine. Certo, "Sosco 40" è risultato meno schematico dei nemici affrontati in passato, ma non vorrei che questa stanchezza palpabile tra le pagine sia un riflesso di quella del forse troppo prolifico autore. Non fosse stato per i colpi di scena nell'ultimo quarto di storia, il voto sarebbe stato anche più basso.
Speriamo in una ripresa.
"Quando la gente si abitua alle comodità, poi è difficile togliergliele. Spegnere le luci a distanza se le hai lasciate accese quando sei partito per le vacanze? Tenere d'occhio la babysitter in tempo reale? Dieci anni fa, quando non c'era la alternativa, non si pensava certo all'eventualità di non poterlo fare. Ma adesso? Tutti quelli che hanno un prodotto intelligente si aspettano che non smetta mai di funzionare. Altrimenti, si rivolgeranno altrove."