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Chi è perfetto.. scagli la prima pietra!
Catherine è una donna di successo; carriera promettente, una nuova casa, un marito premuroso, un figlio poco più che ventenne che sembra aver finalmente superato un momento di crisi adolescenziale tanto da esser riuscito anche a trovare un impiego fisso; certo non il lavoro che lei e suo marito Robert avrebbero desiderato per il proprio figlio, ma non importa.
Catherine ha tutte le carte in regola per essere una donna felice, soddisfatta della sua vita, una vita perfetta. O almeno così sembrerebbe, questo è quello che gli altri vedono, l'immagine della vita di Catherine riflessa negli occhi di chi crede di conoscerla.
Ma non è un'immagine reale, è come se ci fosse uno specchio tra Catherine e gli altri che produce un'immagine distorta, una perfezione apparente.
E quel libro misterioso che capita tra le sue mani, finito chissà come tra i pacchi ammucchiati in casa dopo il trasloco, è come un sasso che colpisce in pieno centro lo specchio magico di Catherine, creando un crepa che progressivamente si allarga sgretolandolo in frantumi e mostrando la vera immagine di Catherine, e della sua vita mascherata di perfezione.
Quel libro non può essere una semplice coincidenza, il titolo 'Un perfetto sconosciuto', la storia, la protagonista seppure con un altro nome, tutto lascia supporre che l'autore conosca il suo segreto, un segreto che sino ad allora lei credeva relegato nella sua memoria, mai condiviso con nessuno, nemmeno con Robert, suo marito, impeccabile ed amorevole compagno.
Chi può volerle così male mostrando il chiaro intento di ferirla ed umiliarla agli occhi di tutti, agli occhi di chi l'ha sempre considerata una donna perfetta.
Ma nessuno è perfetto, nessuno ha una coscienza perfettamente linda, nemmeno chi si arroga il diritto di accusare e giudicare.
Siamo lontani dalla perfezione ma certamente non annoia e non risulta sgradevole la lettura di questo romanzo di esordio di Renee Knight: autrice inglese, segue la scia già tracciata da diversi altri autori che recentemente tentano la fortuna intraprendendo la strada incerta e tortuosa del thriller psicologico; genere fin troppo abusato, in cui non è facile emergere sia perchè è alto il rischio di imbattersi in trame già tessute che inevitabilmente suscitano un senso di deja vu nel lettore sia perchè, quand'anche la storia spicchi per originalità, manca talvolta di spessore la caratterizzazione dei personaggi e la costruzione dei dialoghi, elementi fondamentali in un romanzo che fa dell'introspezione psicologica il suo punto di forza.
Ma se entrambi questi elementi vengono curati ed adeguatamente sviluppati nel romanzo, il successo editoriale è praticamente certo; e non solo editoriale direi, visto che romanzi di questo tipo diventano spesso soggetti ottimali per essere trasposti su celluloide.
A mio parere, quindi, La vita perfetta non è un inganno, e questo è già tanto: quante volte, infatti, ci imbattiamo in romanzi osannati come capolavori sulle fascette editoriali o in quarta di copertina da scrittori o giornalisti vip e che si rivelano poi per quello che sono realmente: spazzatura con velleità letteraria.
Ecco, non è il caso di questo libro e, tanto per riportarne una, la citazione del New York Journal of Books in quarta di copertina "Un libro che vi farà girare le pagine vorticosamente, lo divorete" questa volta è veritiera: questa volta non mi sono sentito in obbligo, come per altri romanzi che promettevano la stessa sensazione, di correggere il termine 'pagine' con un attributo anatomico maschile facilmente intuibile.
E ritengo sia stata molto brava l'autrice a districarsi su un terreno minato, perchè il tema dell'apparente perfezione, del male che si nasconde dietro una parvenza di perbenismo, è stato affrontato già da diversi autori; anche l'idea del 'libro nel libro', del romanzo maledetto, mi ha portato alla mente il recente romanzo di Dicker 'La verità sul caso Harry Quebert'.
Ma 'La vita perfetta' mi è parso molto più avvincente, con uno stile narrativo che non perde colpi sino all'epilogo finale e con una trama che coinvolge il lettore per la sua drammaticità e per l'intensa rappresentazione dei personaggi, con cui è facile entrare in empatia... perchè ognuno di noi, uno più uno meno, ha uno scheletro nell'armadio.
"Ci vuole coraggio, non vi pare? A calare la maschera e a vederci per ciò che siamo realmente."
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