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Le indagini del signor Parkinson
Di investigatori ne abbiamo visto di ogni forma e colore. Difficile riuscire a creare qualcosa di originale. C'è riuscito Robotham , che si è mmaginato uno psicologo specializzato in criminologia, alle prese con i primi sintomi del morbo di Parkinson. Con una mente agile ed intuitiva riesce a sopperire anche alle lacune del suo fisico. Spesso quando vorrebbe lanciare uno sguardo truce ad un sospettato o sferrargli un fendente si ritrova a tremare o a guardare un suo arto che ondeggia senza controllo. Con pazienza ed ironia si prende il tempo necessario ed ordina alla sua appendice disubbidiente di rientrare nei ranghi e di eseguire i comandi da bravo soldatino. Mi è piaciuto il protagonista: intelligente e sensibile sul lavoro ma con una vita complicata che lo rende insicuro, triste e malinconico nel privato. Bella anche la trama: una ragazzina con precedenti di autolesionismo viene accusata dell'omicidio del padre. Colta con la classica pistola fumante in mano rende difficile al padre della sua migliore amica cercare di aiutarla. Spaventata, abusata e plagiata da alcune edlle persone che avrebbero dovuto proteggerla l'adolescente si chiude in sè stessa e non vuole alzare il velo sull'inimaginabile. Forse poco credibile l'immagine di Bristol che esce da questo romanzo ed altrettanto discutibili alcuni colpi di scena, ma comunque il romanzo è confezionato molto bene. Un modo di scrivere chiaro e lineare unito a continue sorprese catturano il lettore fin dall'inizio e non lo lasciano andare fino alla fine.