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L'uomo in fuga
 
L'uomo in fuga 2016-04-21 14:42:32 sonia fascendini
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    21 Aprile, 2016
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reality da paura

In questo volume del 1982 Stephen King ipotizza di aver superato di alcuni decenni la boa degli anni 2000 e di aver abbondantemente superato anche la boa della correttezza, del buon gusto e anche della decenza. In un'America dominata dalla televisione che qui diventa Tri-vu ogni cosa è portata all'eccesso. L'inquinamento ha superato ogni limite tollerabile, il controllo dello stato sulla popolazione è completo, le differenze tra ricchi e poveri sono abissali. Ma al centro di tutto c'è la tri-vu : "Ogni appartamento ne ha uno, non si sa se è consentito spegnerla". A farla da padrone dentro la magica scatola sono i reality ed i giochi a premi. Gli autori raggiungono vette di crudeltà insormontabili, gli spetttatori sono anestetizzati e richiedono sempre di più, i concorenti dal canto loro hanno solo questa opportunità per mantenere la loro famiglia.
Tra questi il gioco peggiore è "l'uomo in fuga". La sceneggiatura è molto semplice: il concorrente viene braccato e se preso ucciso da una serie di cacciatori. Il pubblico se lo incontra può fare la spia e ricevere in cambio una taglia. Il premio più alettante rimane però quello di assistere in diretta all'esecuzione. Con King seguiamo la fuga di Richard ventottenne con una figlia ammalata che decide di sacrificarsi per lasciare in eredità alla famiglia il premio di partecipazione al gioco. In un crescendo di tensioni ne condividiamo i piani, le preoccupazioni per la famiglia, le delusioni per le strategie fallite, esultiamo per i suoi successi e condividiamo ed applaudiamo alla sua mossa finale.
Libro che in alcune parti fa sentire i suoi anni. Questa futura America surreale è comunque resa molto bene. Lucide e chiare sono anche le emozioni del protagonista, le sue motivazoni e quelle di chi lo aiuta e di chi invece lo tradisce. Considerando il livello basso a cui sono arrivati oggi i reality un libro di questo tipo oggi fa più rabbrividere di quanto lo avrebbe fatto al momento in cui è uscito.

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